“L’Italia si è dotata di strategie coerenti per la trasformazione digitale e il Covid19 ha intensificato gli interventi per recuperare i gap storici. Con 50 milioni di italiani presenti in ANPR, 150 milioni di pagamenti gestiti tramite pagoPA, 170 milioni di fatture elettroniche alla pubblica amministrazione, quasi 13 milioni di credenziali SPID e 18 milioni di CIE rilasciate, 8 milioni di download dell’App IO e 10 di Immuni, il Paese ha ormai posto solide basi per un proprio sistema operativo digitale”. Sono alcuni risultati della ricerca 2020 dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, presentata al convegno online “Abilitare l’Italia digitale: la buona regia per ripartire”. Eppure, segnala l’Osservatorio, “siamo entrati nella crisi legata al Covid ancora al quart’ultimo posto in Europa per livello di digitalizzazione (25° su 28), con sensibili differenze tra Nord e Sud del Paese: secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) regionale elaborato dall’Osservatorio Agenda Digitale, Lombardia, Lazio e Provincia di Trento sono le regioni più digitali, mentre in coda ci sono Sicilia, Molise e Calabria”.
La distribuzione delle risorse
“Nel 2019 le Pa locali (Comuni e Regioni) hanno speso 1,8 miliardi di euro in soluzioni digitali, +6% rispetto al 2018. La Regione che spende di più per il digitale è la Lombardia, circa 243 milioni di euro l’anno nel triennio 2016-2018 (24,1 euro a cittadino). Analizzando però il valore pro capite, a primeggiare è la Valle d’Aosta, con 535 euro ad abitante, mentre in Campania vengono spesi solo 2,3 euro per cittadino”. “Una buona parte delle risorse – segnala l’Osservatorio – viene dall’Europa. Nella programmazione europea 2014-2020, l’Italia è il Paese che ha ricevuto i maggiori fondi strutturali per l’agenda digitale, 3,6 miliardi di euro, contro una media di 765 milioni, per i due obiettivi tematici inerenti all’attuazione dell’agenda digitale, l’OT2, “migliorare l’accesso alle tecnologie digitali” (2,4 miliardi) e l’OT11, per l’aumento della capacità amministrativa delle PA (1,2 miliardi). In linea con la media europea, però, il nostro Paese ha speso solo il 35% dei fondi OT2 e OT11 stanziati a fine 2020. Il 57% delle risorse è gestito dalle Regioni: solo Puglia (81%), Valle d’Aosta (68%) e Lazio (58%) ne hanno speso più del 50%, mentre quella che ha ottenuto (373 milioni) e speso (162) la maggior parte dei fondi è la Sicilia.