“Io? Io sono portavoce di una storia. Il bello del mio lavoro è questo. Ed è bello vestire ogni volta panni diversi, ricoprire ruoli lontanissimi tra loro. Raccontare. Gli attori sono come messaggeri, messaggeri di una storia”. È felice Sara Lazzaro: l’attrice che di recente si è fatta apprezzare nella serie “Doc – Nelle tue mani” come Agnese Tiberi, l’ex moglie di Andrea Fanti, il medico interpretato da Luca Argentero. Un momento d’oro per lei: oltre a far parte del cast della fiction più amata dagli italiani e che sta riscuotendo successo anche oltre confine, ha appena finito le riprese della seconda stagione della serie tv “Volevo fare la rockstar” e del nuovo film di Andrea Segre. Un’infanzia tra Padova e la California (figlia di un veneto e di una americana), la formazione a Londra e anni di esperienze a New York e Los Angeles, Sara si racconta a Postenews: “Dove sarà il mio futuro? Valuterò le proposte che arriveranno”. Intanto i fan di “Doc” possono stare sereni: “Sì, ci sarà una seconda stagione” assicura. Nel frattempo – per lavoro – gli spostamenti non mancano. Ma senza stress grazie a Poste Italiane: “Sono riuscita a partire libera dal peso dei bagagli. Un ottimo servizio”.
“Doc – Nelle Tue Mani” è stata la serie più vista su Rai1 degli ultimi 13 anni. Ti aspettavi questo successo?
“Siamo tutti felici di questo successo, dietro c’è stato un grande lavoro. Anche quello di mettere insieme un cast come quello di Doc non è stata cosa da poco. Non potevamo aspettarci il grande calore e l’affetto arrivati dal pubblico ma che Doc fosse un progetto ambizioso, che voleva puntare su qualcosa di diverso e aprirsi a un mercato internazionale, che avesse un respiro cinematografico, quello sì: si percepiva già sulla carta. Sapere che la serie è approdata in Spagna e Portogallo o di essere doppiati in America fa un certo effetto. Le riprese sono iniziate a settembre del 2019: non potevamo certo immaginare di andare in onda in piena emergenza sanitaria. È stata una coincidenza. Temevamo che, durante la pandemia, un medical drama non potesse essere ben accolto dal pubblico. Ci siamo chiesti se fosse il caso o no, se il pubblico avesse voglia di vedere sul piccolo schermo medici e corsie di ospedali. Non sono mancati scrupoli. Ma è accaduto l’opposto. Abbiamo raccontato il lavoro di una categoria: far trasparire le loro difficoltà, l’umanità, il loro attento lavoro è stato un grande traguardo. Come è stata una grande emozione ricevere i ringraziamenti da medici e personale ospedaliero: da coloro che per davvero, tutti i giorni sono in prima linea”.
Ti dividi tra l’Italia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Dove vedi il tuo futuro?
“Dove arriveranno buone proposte professionali. In futuro spero ci sia anche il teatro che è stato fortemente colpito. Il teatro come il cinema è un luogo a cui affidare la propria attenzione. Una ritualità che aiuta a unirci. Il teatro è parte integrante della società e della cultura a cui bisogna dare il giusto valore: spero che finito questo periodo si possano rivivere questi luoghi “dal vivo” e non in una realtà virtuale”.
Se dico Poste a cosa pensi?
“A un ‘sollievo’. Viaggio spesso per motivi di lavoro e di recente mi è capitato di fare uso del servizio di Poste Italiane che permette di spedire in Italia le proprie valigie. Sono riuscita proprio grazie e a Poste a partire libera dal peso dei bagagli. Un ottimo servizio. È stato un vero e proprio alleggerimento: un sollievo. In generale io sono una che ama spedire: mi capita spesso, quando sono lontana da casa, magari in uno dei miei viaggi, di acquistare ad esempio dei libri o dei regali e di inviare un pacco alla mia famiglia. Non mi capita, invece, di ricevere spesso lettere: i fan mi scrivono sui social. Però sarebbe bello riprendere quel bel gesto di scrivere una lettera o di inviare una cartolina”.