Nel trimestre estivo del 2020 i clienti italiani che hanno soggiornato nelle strutture ricettive del Paese sono circa l’86% di quelli dell’estate precedente in termini di presenze. La diminuzione di questa componente della domanda è più contenuta nei mesi di agosto (-6,7%) e settembre (-7,8%).
Le strutture ricettive extra-alberghiere subiscono un calo delle presenze domestiche pari a -4,8% ad agosto, ma registrano un recupero e addirittura un aumento, rispetto all‘anno precedente, nel mese di settembre (+4,5%). Gli esercizi alberghieri, invece, subiscono di più la frenata del turismo domestico (-8,1% ad agosto e -13,9% a settembre). Lo rileva l’Istat nel suo rapporto sul turismo, settore che – nonostante la crisi causata dalla pandemia – presenta delle sorprese.
La rivincita della natura
Nell’estate 2020, il differente andamento delle diverse tipologie di strutture ricettive riflette la scelta delle mete turistiche dei clienti italiani nell’estate 2020. La preferenza dei turisti italiani, infatti, si indirizza, più che in passato, sulle località montane, le quali ad agosto raggiungono gli stessi livelli dello scorso anno (-0,4% di presenze di clienti residenti) e soprattutto sui comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica, che registrano addirittura un incremento (+6,5%) rispetto al 2019. Le stime a livello regionale confermano questa preferenza: incrementi delle presenze dei clienti italiani si verificano solo in Umbria e nella Provincia autonoma di Bolzano (entrambe con valori intorno al +15% rispetto al 2019); valori negativi, ma migliori della media nazionale, si registrano solo in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia, nelle Marche, in Molise e nella Provincia autonoma di Trento. Ciò sembra indicare che ad agosto 2020 la scelta degli italiani si sia orientata più verso destinazioni meno consuete, presumibilmente meno affollate e con una più ampia ricettività di tipo extra-alberghiero (agriturismi, open air, ecc.) a discapito delle destinazioni estive più tradizionali, ossia le località balneari e le grandi città, solitamente caratterizzate da un maggior affollamento.