Filiali, Uffici Postali e consulenti si sentono di poter operare al sicuro anche in questa seconda ondata della pandemia, e lo stesso si può dire per gli operatori dei Centri di Distribuzione e i portalettere. Anche la galassia Poste Comunicazione Logistica, sempre in prima linea, è orgogliosa del lavoro svolto, della sua presenza capillare sul territorio, della vicinanza ai clienti. Oriana, responsabile del Centro di Distribuzione di Treviso, sottolinea: “La chiusura forzata dei mesi scorsi ha fatto schizzare verso l’alto le consegne dei pacchi, soprattutto in ambito e-commerce, con particolare crescita nei settori dell’editoria, dell’elettronica, dei piccoli elettrodomestici e dell’abbigliamento per bambini. Riuscire a consegnare un pacco è importante, perché dietro c’è una ricerca merceologica, c’è l’attivazione di pagamenti digitali e c’è l’attesa del cliente che chiede sempre più velocità nella consegna. Nel periodo di isolamento, abbiamo consegnato molti pacchi inaspettati con un ‘effetto sorpresa’. Ho visto pacchi con scritto sull’involucro ‘Auguri nonno’. E quando li abbiamo consegnati, oltre alla sorpresa, c’era anche una lacrima di commozione che bagnava la mascherina”.
Una cerniera continua
Duecentocinquanta chilometri più a Ovest, nella provincia di Bergamo, nell’area funestata dalla prima ondata del virus, sono tante le storie che raccontano di una cerniera continua e costante tra il laborioso territorio e le attitudini della sua popolazione nei confronti delle divise dei portalettere di Poste Italiane. Preoccupazioni, timori e paure si sono toccate con mano quotidianamente e in uno scambio continuo tra le valli e Poste nelle sfaccettature che proviamo a raccontare. Stefano, postino, racconta che, appena arrivato a San Pellegrino da Catanzaro, ha scoperto un calore inatteso nella rigidità climatica della alta Valle Brembana. Nella sua gita quotidiana non ha trovato tanto clienti, quanto persone che hanno voluto regalargli un sentore di casa e di vicinanza. Il sostegno spesso proviene dai gesti, dalle espressioni, dalle attese anche se trincerate dietro usci o mascherine varie. Ovunque, Poste ha avuto un ruolo da protagonista. Dalla consegna dei pacchi ai “nonni” chiusi in casa, al grande lavoro di consegna dei dispositivi di protezione sul territorio nazionale.
Nuove opportunità
Gennaro, Direttore del Centro di Smistamento di Roma Fiumicino, racconta: “Il CS di Fiumicino ha movimentato il prodotto necessario per affrontare l’emergenza destinato a tutti i nostri siti italiani. Giorni difficili, dove in corsa abbiamo messo in piedi tutte le misure per proteggere i nostri colleghi, probabilmente siamo stati tra le prime aziende in Italia. Oggi tutto questo non serve, la seconda ondata ci vede pronti e direi anche fieri di poter dire siamo Poste Italiane”. A Fiumicino hanno trasformato la crisi in opportunità: “Nel momento in cui abbiamo avuto maggiori assenze per l’emergenza sanitaria, abbiamo imparato a essere un tutt’uno, siamo stati bravi a creare l’ambiente adatto per poter avere maggiore flessibilità e motivazione. Oggi siamo in grado di sopportare questo momento, improvvise assenze di risorse, andando a concentrare la capacità produttiva dello stabilimento dove ne abbiamo più bisogno, se necessario spostandola su attività che prima non avrebbe mai fatto. Questa è l’opportunità che l’emergenza sanitaria ci ha dato, essere flessibili, veloci e resilienti”.
L’affetto della gente
Anche a Modica, in provincia di Ragusa, sono pronti ad affrontare le nuove sfide. Giovanna, Responsabile del Centro di Distribuzione, assicura: “Si riparte con le restrizioni necessarie a tutela della nostra sicurezza, ma sempre con la grinta e la professionalità che contraddistingue i nostri portalettere. Il riconoscimento più apprezzato ci è arrivato da Lorenzo, un bambino che ha consegnato una lettera alla nostra postina Marinella per ringraziarla del suo lavoro”. Anche questa è Poste.