Si sono affermate nei mercati emergenti e aspirano a sottrarre il primato globale ai colossi americani e cinesi. Hanno in media una valutazione di mercato di 6,3 miliardi di dollari e un fatturato di 2 miliardi, numeri inferiori a quelli dei concorrenti delle economie sviluppate, ma che crescono sei volte più veloci. Hanno nomi e attività ancora poco noti, come le assicurazioni dell’indiana PolicyBazaar, i servizi immobiliari della brasiliana QuintoAndar o i pagamenti digitali della kenyota M-Pes, ma tra loro potrebbe nascondersi le Apple o Facebook del futuro. Sono i 100 tech challengers, le società selezionate per modelli di business innovativi e di successo nei mercati emergenti da Boston consulting group, che potrebbero diventare i colossi digitali di domani. La mappa di 100 aziende scelte da BCG per adozione di tecnologie, posizione industriale, modelli di business e capacità di trazione del mercato identifica una nuova geografia globale dell’innovazione.
Economia digitale
La Silicon Valley e la costa est della Cina, infatti, oggi sono indiscutibilmente i centri globali dell’economia digitale, ospitando 7 delle prime 10 società al mondo per capitalizzazione di mercato. Da qui l’innovazione si è propagata anche in altri Paesi dell’Asia, del Medioriente, dell’America Latina e dell’Africa. I Tech Challenger hanno sede in 14 diversi paesi e rappresentano tutte le principali regioni del mondo: 40 si trovano in Cina, 17 in India, 9 in Israele, 8 in Sud Corea, 8 in Sud-Est Asiatico, 6 in America Latina, 6 in Russia, Est-Europa o Asia centrale, 3 in Africa, 2 in Turchia, 1 in Uae. Due terzi operano in ambito B2c con app e servizi ai consumatori, un terzo nel B2b. Utilizzano un ampio ventaglio di tecnologie sia hardware che software (come cloud computing, social media, gaming, intelligenza artificiale, advanced analytics, sicurezza informatica, semiconduttori, robotica) nei settori più diversi, dall’istruzione all’assistenza sanitaria, dalla logistica ai servizi finanziari.