L’anno che si è appena concluso ha portato una crescita del 2,7% di mutui e surroghe, il caso è avvenuto In Lombardia con aumento generalizzato in tutte le province. Secondo i dati riportati dal Barometro del credito alle famiglie, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif (Eurisc) afferma che l’accentuazione di mutui sia stata rilevata più forte a Cremona e Lodi, dove l’incremento è stato rispettivamente pari a +16,3% e +10,4%. In coda troviamo Milano, dove è aumentata una crescita pari a +1,7%, seppur al di sotto di Brescia (+4,2%), Como (+4%), Monza e Brianza (3,4%), Mantova (4,8%) e Pavia (+5,0%). Ma la crescita maggiore in tutta la Lombardia è avvenuta nella provincia di Como, si parla del 6,5% rispetto al 2019 e vale 147.451 euro. È però Milano a guidare la classifica regionale con oltre 170.000 euro (+4,4%) rispetto al 2019 e secondo posto assoluto nel ranking nazionale dietro Bolzano, davanti a Sondrio, con 149.538 euro. In scala nazionale invece nel 2020 c’è stato un incremento per le richieste di mutui e surroghe pari allo +2,8. La crescita ha determinato una performance positiva nel comparto immobiliare.
Prospettive di ripresa
“Come spesso accade nei momenti di incertezza – commenta il direttore esecutivo del sistema di informazioni creditizie Crif, Simone Capecchi – nell’anno appena concluso gli italiani hanno preferito adottare un atteggiamento prudente. La crescita delle richieste di mutui è stata sostenuta primariamente dalle surroghe, che hanno visto un vero e proprio boom stimolato dalla necessità delle famiglie di individuare soluzioni quanto più sostenibili rispetto al bilancio familiare”. Aggiunge il direttore Capecchi: “Sempre che non si presentino ulteriori elementi condizionanti, per il 2021 si prevede un recupero della domanda di prestiti e di mutui, favorita anche dalle prospettive di ripresa dei consumi e da tassi ancora appetibili. Alla luce del peggioramento della rischiosità del comparto, tornata a crescere nell’ultima parte del 2021, le politiche di erogazione da parte di banche e finanziarie potrebbero però essere improntate a una certa cautela”, conclude.