Il rapporto con le lettere e i servizi offerti da Poste Italiane sono stati tra i temi trattati dalle interviste che il nostro sito ha dedicato a personaggi della cultura, della televisione e dello spettacolo italiano. Tra questi, Veronica Gentili, giornalista conduttrice del talk politico “Stasera Italia”, che ha spiegato di ricevere “molte lettere in redazione: una lettera porta sempre con sé una grande poesia e io sono molto affezionata a quelle scritte a penna. Scrivevo tantissime lettere quando ero al liceo: specie al mio primo fidanzato. Non nascondo di conservare ancora oggi tutte le lettere che mi mandava. Senza dimenticare le cartoline che puntuali arrivavano a fine estate: quelle dei nuovi amici conosciuti in vacanza. Scrivere una lettera o una cartolina richiede del tempo e attenzione: è qualcosa che resta – prosegue Gentili – Quando si scrive poi, si riflette. Le parole vanno pensate, ponderate. Un tempo si scriveva una lettera e la si spediva: non si poteva tornare indietro perciò si sceglievano bene le parole da usare. Oggi invece addirittura possiamo eliminare un messaggio appena scritto su WhatsApp”.
Un servizio essenziale
Anche per Lorena Bianchetti, giornalista e conduttrice di “A sua immagine”, la lettera è un’emozione speciale e il suo rapporto con Poste è fatto di momenti di quotidianità. “Quando c’è da spedire una raccomandata o un pacco vado personalmente all’Ufficio Postale. Fare il gesto concreto di arrivare lì e spedirlo non so perché ma mi fa sentire più sicura. Anche perché poi – devo ammetterlo – non sono bravissima con le app e la tecnologia” spiega Bianchetti. Ha parlato di Poste Italiane anche il giornalista Nicola Porro, spiegando che sia nella prima ondata sia nella seconda fase della pandemia Poste è stata essenziale: “Ci si accorge di quanto lo sia un servizio soltanto quando questo viene a mancare o non funziona bene. Se i pacchi non arrivano, arrivano in ritardo o danneggiati ci lamentiamo, durante il lockdown Poste ha fatto la sua parte garantendo il servizio per tutti gli italiani”. Secondo Porro un’azienda deve “riuscire a unire il lavoro tradizionale con la necessità di una clientela sempre più connessa. Nel nuovo mondo i cosiddetti servizi aggiuntivi sono importanti quasi come quelli tradizionali. Quindi, alla logistica occorre affiancare i servizi collaterali, esattamente come ha fatto Poste”.