Si è celebrato ieri il Data Privacy Day, ovvero la Giornata europea della protezione dei dati personali istituita dal Consiglio d’Europa allo scopo di sensibilizzare gli utenti sull’importanza di proteggere i propri dati online. Un mercato, quello della protezione dei dati, cresciuto del 241% dal 2016 al 2022, passando da 49,7 miliardi a quasi 120 miliardi di dollari. La giornata ha portato in primo piano l’importanza della privacy per chi naviga online: un tema che riguarda i singoli utenti ma allo stesso tempo coinvolge sempre più la sicurezza informatica delle aziende. Oltre ad essere tristemente famoso per la pandemia il 2020 sarà infatti ricordato per il dilagare dello spear phishing: una tipologia di attacco hacker che sfrutta le tracce (e i dati) dei singoli manager o dipendenti sul web per arrivare al cuore delle imprese in cui lavorano. Un problema che ha messo in ginocchio i bilanci di grandi e piccole aziende se si pensa che ogni “data breach” pesa per milioni di euro (in media 2,90 milioni di dollari secondo dati Ponemon Institute).
L’aumento degli attacchi via mail
L’implementazione di smart working e didattica a distanza ha ingigantito la mole di dati personali in circolazione online, aumentando così le minacce e i tentativi di frode sempre più difficili da individuare e che colpiscono aziende e utenti privati. Secondo i ricercatori di Check Point Research, gli attacchi informatici nelle prime due settimane di maggio 2020 sono aumentati del 30% e la maggior parte sono avvenuti via email, con una media di 192mila attacchi alla settimana. Inoltre il Data Breach Investigations Report 2020 conferma che ad oggi oltre l’80% delle violazioni della sicurezza è causato e reso possibile dal furto di credenziali: ne è un esempio il phishing che, secondo il Rapporto Clusit della Polizia Postale, complice la pandemia a livello mondiale è cresciuto del 600%.