Quattro figli, una moglie che ama profondamente e tre splendidi cani pastore svizzeri, che è un po’ come se fossero parte integrante della famiglia. È questo il quadretto affettivo entro il quale è racchiusa la vita di Kaspar Capparoni, uno dei volti più amati della televisione italiana. La sua fama si deve alle varie fiction televisive alle quali ha preso parte, come “Incantesimo”, “Elisa di Rivombrosa” e “Capri”. Il successo è proseguito poi grazie alla serie “Rex”, dove ha vestito i panni del commissario Lorenzo Fabbri.
Kaspar, ricevi molte lettere? Qual è il tuo rapporto con la corrispondenza?
“Di lettere ne ricevo davvero tante. E mi fa piacere, perché la corrispondenza, oggi, è diventata un elemento molto raro. Mi scrivono tanti giovanissimi, spesso anche adolescenti. E le loro lettere sono tutte molto carine, piene di richieste, con tante domande che mi fanno sul mondo dello spettacolo. Vorrei davvero rispondere a tutti. E spesso lo faccio, perché mi piace interagire in prima persona con il mio pubblico. Non ho mai avuto una persona che lo facesse per me”.
Sappiamo che il tuo postino ti recapita molte lettere che provengono dall’estero. È vero?
“Verissimo. Quando a casa ricevo lettere dall’Australia o dal Canada, la cosa mi inorgoglisce. Le lettere, in generale, contribuiscono a far sentire le persone meno sole”.
A 18 anni eri già in teatro, dove facesti il tuo esordio sotto la guida di Giuseppe Patroni Griffi.
“Ero uno dei pochi ragazzi che aveva la passione per il teatro. I miei coetanei dell’epoca preferivano strade come quelle del cinema o della tv. Io, invece, ho seguito i consigli del mio grande maestro Patroni Griffi. Lui mi diceva sempre: ‘Se vuoi fare questo mestiere con professionalità e competenza, inizia dal teatro’. Devo dire che mai consiglio si rivelò più giusto”.
Poi il grande successo delle fiction. Sei diventato uno degli attori più amati dal pubblico. Come hai gestito quel momento?
“Ho sempre svolto il mio lavoro in simbiosi con il mio pubblico. Un rapporto che ho costruito giorno dopo giorno. Se volete sapere se mi sono montato la testa, vi dico di no. E il pubblico capisce al volo come sei. Forse, uno dei miei segreti, è quello di mostrarmi per quello che sono: una persona semplice”.
Può sembrare incredibile, ma dopo quel grande successo, è calato il buio
“No, non è assurdo. È invece molto semplice da spiegare. Dopo il successo di Incantesimo ed Elisa di Rivombrosa, sono rimasto fermo per qualche anno. Ho passato un periodo orrendo. Sono tornato a vivere dai miei genitori, avevo delle difficoltà economiche. E sapete perché è successo tutto questo? Perché il nostro mondo, quello dello spettacolo, non è gestito da persone dell’ambiente, ma da gente che segue delle strategie e dei fini diversi. Molti altri bravi attori hanno subito questa logica perversa”.
Poi, l’incontro con Veronica, che è diventata tua moglie nel 2010. Hai spesso detto, che lei ha smussato tanti lati del tuo carattere.
“Lei all’epoca lavorava come schedina a Quelli Che il Calcio, mentre io ero tornato in teatro. Sono stato fortunato a conoscere una donna di questo spessore. Perché il più grande nemico di una persona è la solitudine, il sentirsi solo. Veronica ha riempito la mia vita, non chiedendo nulla in cambio”.
Di cosa ti stai occupando ora?
“Sto portando a termine il mio nuovo film da regista. Il titolo sarà ‘Il Falco’. Sarà un film d’azione ma non solo. Sto ‘combattendo’ per fare solo il regista. Ma nella produzione c’è chi mi vorrebbe anche attore. Staremo a vedere. Sarà una sorpresa”.