La senti parlare e immagini tutto il calore della città in cui è nata, Napoli, da sempre culla di attrici di grande espressività. Ma è Roma che esplode il talento di Elena Russo, luogo nel quale muove i primi passi come speaker a Radio Rai. Diventerà anche conduttrice televisiva in “Partita Doppia”, al fianco di Pippo Baudo. Intraprende poi la carriera di attrice, prima nel cinema e poi in televisione. Fa l’esordio sul grande schermo con la commedia “Finalmente soli”, regia di Umberto Marino, alternandola con la presenza in fiction come “Il Maresciallo Rocca”, “Don Matteo” ed “Elisa di Rivombrosa”. Fino al grande successo di “Orgoglio”.
Elena, le Poste sono un’ancora di “vita normale” in un periodo come questo di grandi difficoltà. Tutto ciò, che sensazioni ti ha lasciato?
“È stata una grande emozione. Mi ha colpito soprattutto vedere i postini, questa figura dal sapore così autentico, esercitare la loro professione porta a porta, anche nel periodo più difficile. Le Poste stanno contribuendo a fornire un’impressione di normalità, in un periodo dove di normale vi è davvero poco. Credo che tutti dovremmo essere grati a chi svolge un servizio così utile per il nostro Paese”.
C’è un ruolo da te interpretato, nel quale le Poste, le lettere, la corrispondenza, sono protagoniste del racconto?
“In “Rodolfo Valentino-La leggenda”, una miniserie televisiva andata in onda su Canale 5, interpretavo Rosa Cuccurullo, una donna italiana del sud trapiantata a New York. Un personaggio che, ad un certo punto del racconto, riceve una lettera, nella quale era contenuta una comunicazione importante per la sua vita. Ricordo ancora il trasporto con cui, durante le riprese, aprivo quella missiva. In fondo, è così anche nella realtà: l’emozione che si prova, nell’attesa di ricevere una lettera, è un qualcosa di indescrivibile”.
Ti piace scrivere lettere?
“Da questo punto di vista, sono tradizionalista: per me, avere carta e penna e scrivere di proprio pugno, è un’emozione senza eguali”.
Fare l’attrice è una vocazione. Da cosa nasce la tua passione per questo mestiere?
“Ho avuto a che fare con copioni e recitazione fin da piccola. Mio padre era infatti un attore. Questo mestiere ce l’ho nel sangue. E la passione mi ha guidato per realizzare il mio sogno. Già a sette anni mi ero messa in testa di fare l’attrice”.
Hai preso parte a numerose commedie romantiche e ironiche, ma hai mostrato la tua bravura anche in ruoli drammatici e storici. La tua duttilità è frutto di cosa? Studio, talento, sensibilità?
“È vero, sono infatti numerosi i miei lavori in questo tipo di produzioni: posso ricordare le tre stagioni della serie tv “Orgoglio” e il film tv “La luna e il lago” o la miniserie tv “Io non dimentico”. Non ci sono scuole che possano insegnarti il talento. Io, anzi, lo definirei istinto. Le tecniche di recitazione possono fartelo affinare, ma tutto deve partire dalle proprie emozioni”.
E tu, quando reciti, da cosa ti fai guidare?
“Quando recito, io devo sentire i brividi. Solo così posso immedesimarmi completamente nel personaggio che interpreto. Tanto che, a volte, questi personaggi mi rimangono addosso anche nella vita di tutti i giorni. Se sono personaggi vissuti, estremi o complessi, a volte può essere una fatica. Ma, in fondo, sentirli sulla propria pelle, è l’emozione più grande”.