Ha interpretato il ruolo di Adriana Gherardi nella soap opera “Vivere” e, successivamente, quello di Adele Picardi in “Un posto al sole”. Due figure televisive di grande successo, per Sara Ricci, due ruoli che le hanno cambiato la vita, consentendole di conquistarsi un posto speciale nel cuore del pubblico italiano. E poi eccola protagonista in varie serie televisive di eccellente audience, quali “Don Matteo”, “Provaci ancora Prof”, “Il Maresciallo Rocca” e in “Sotto Copertura”. Ha anche recitato ne “Il Paradiso delle Signore”, dove ha interpretato il ruolo di Anita Marini.
Sara, tua madre non voleva che entrassi nel mondo spettacolo. Tuo padre, invece, ti ha sempre sostenuta. Cosa sognava, chi era Sara Ricci, in quegli anni?
“A quei tempi pensavo che la danza fosse la mia strada. Volteggiare mi suscitava emozioni indescrivibili. E’ vero, mia mamma la pensava diversamente. Questo mi ha creato un conflitto interiore che, tuttavia, mi è servito in seguito per interpretare al meglio alcuni ruoli nel cinema”.
Poi hai iniziato a recitare a teatro. Cosa ti regala il palcoscenico che la televisione non riesce a dare?
“E pensare che, pur facendola, non ho mai amato particolarmente guardare la tv. Nella vita di tutti i giorni mi distraggo con altro: leggo, cucino, esco con le amiche. Il teatro, invece, è in grado di raccontare l’umano, sotto varie prospettive. Per me, è come se nel teatro ci fosse qualcosa di rituale. E poi, nel teatro, sembra esserci più spazio per la figura femminile. In televisione si dà troppo spazio a quella maschile. Però sono felice di aver fatto ‘Il Paradiso delle Signore’, perché in quel caso le donne erano molto valorizzate”.
Sei anche insegnante di recitazione: è più difficile fare tv o teatro?
“Andrò controcorrente, ma credo che sia più difficile fare la tv. Rispettare i ritmi televisivi non è facile. Devo dire che, però, io mi sono sempre trovata a mio agio. Ai miei allievi, oltre alle tecniche recitative, insegno a essere sempre loro stessi, senza mai portare in scena personaggi che simboleggino uno stereotipo o un cliché”.
Quale pensi che sia la caratteristica che il pubblico più apprezza di te?
“Il mio pubblico è lo stesso da 20 anni. Ma oggi, si arricchisce di tanti giovanissimi, grazie ai social. Di me apprezzano la semplicità e il non prendersi mai troppo sul serio. Ho fatto parecchie parti drammatiche, ma dovete sapere che, nella quotidianità, il mio asso nella manica è la simpatia!”.
Sei molto legata al personaggio di Adele Picardi che, in “Un Posto al Sole”, è vittima di violenza. Come hai fatto a superare l’impatto emotivo del personaggio?
“La violenza sulle donne è un tema che sento molto. È bellissimo scoprire che il nostro lavoro ha un senso. Per quanto riguarda quelle scene, molte delle quali erano anche di colluttazione, si è venuta a creare una certa intesa con il mio partner sul set, Paolo Maria Scalondro. Sembrava che mi picchiasse, ma in realtà non mi sfiorava con un dito. Per interpretare il ruolo di Adele mi è molto servito anche il senso di colpa scaturito dal rapporto con mia madre. Lei non mi voleva attrice e io ho elaborato questo rifiuto per svolgere al meglio quelle scene”.
Immaginiamo che tu sia sommersa dalle lettere dei tuoi fans.
“Oggi gli ammiratori mi scrivono attraverso i social. Ma, negli anni di ‘Vivere’, ne ricevevo a centinaia. I miei fan sono sempre molto carini. E rispettosi”
Che rapporto hai con le Poste? Hai mai scritto cartoline o lettere?
“Quando ero ventenne, ho avuto un grande amore. Lui se ne andò a Venezia, per studiare architettura. Gli scrivevo molte lettere. La particolarità era che, quelle lettere, le inserivo in una busta che personalmente realizzavo con dei ritagli di giornale. Una vera forma d’arte. Quelle lettere, così innocenti e colorate, fanno parte dei miei ricordi più belli”.
Dove potremo vederti, prossimamente?
“Gli impegni sono tanti. Sono tra le protagoniste dei film ‘Weekend’ di Riccardo Grandi su Amazon Prime, ‘Vado e vengo’ di Fabrizio Nardocci e ‘Buonanotte’, di Massimo Cappelli”.