Dopo una contrazione della lettura durante i mesi del primo lockdown (più sensibile se si considerano solo i libri a stampa, più limitata se si tiene conto anche degli e-book), gli italiani sono tornati a leggere con un’intensità ancora maggiore rispetto al periodo precedente alla pandemia. In valori assoluti e considerando la lettura nel suo complesso (libri, e-book, audiolibri), la popolazione dei lettori in Italia è cresciuta dai 26,3 milioni di individui dell’ottobre 2019 ai 27,6 milioni dell’ottobre 2020. Anche il fatturato complessivo del settore ha fatto registrare un dato positivo: +2,3% a fine 2020, con una tendenza in crescita anche nelle prime otto settimane del 2021 (+25% nei libri a stampa). E’ uno dei dati che emergono dalla fotografia scattata dal “Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021)”, la ricerca voluta dal Centro per il libro e la lettura e realizzata dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori.

Il ruolo del digitale
Complice l’emergenza sanitaria, il 2020 è stato l’anno in cui la transizione digitale ha accelerato con forza anche nel settore editoriale: stravolgendo le abitudini dei lettori, così come i processi interni all’industria. Tra i dati contenuti nel “Libro bianco”, spiccano il notevole aumento della platea di lettori di e-book (dal 20% al 32% della popolazione tra i 15 e i 74 anni, contando sia chi legge solo e-book, sia chi li alterna ai libri di carta), il decollo del comparto degli audiolibri, l’impetuoso sviluppo del prestito bibliotecario digitale (+250% durante il primo lockdown, +103% a dicembre 2020), oltre a tutta una serie di innovazioni tecnologiche che si sono innestate a vari livelli della filiera editoriale: dallo sviluppo di piattaforme di scambio di diritti che hanno sopperito alla chiusura delle principali fiere professionali internazionali a quello di piattaforme didattiche scolastiche e universitarie per la didattica a distanza.