A fine 2020 sono state 151 le società quotate in Piazza Affari che hanno pubblicato una Dichiarazione Consolidata di Carattere non Finanziario (Dnf) e a fine 2019 erano 76 i gruppi (35% del listino e quasi l’83% in termini di capitalizzazione di mercato) che hanno istituito un comitato di sostenibilità. È quanto si legge nel rapporto Consob sulla corporate governance. In 70 casi le funzioni del comitato di sostenibilità sono abbinate con quelle di altri comitati: in 55 casi con il comitato controllo e rischi (presente nel 94% delle imprese). In generale 125 società assegnano diverse funzioni a uno stesso comitato, mentre in 100 casi le funzioni del comitato remunerazione sono abbinate a quelle del comitato nomine. La quota di imprese con la presenza di un comitato sostenibilità risulta più elevata nei settori oil & gas, nelle utilities e nelle assicurazioni, aggiunge il rapporto Consob.
La presenza femminile
Nei comitati endoconsiliari – si legge nel rapporto Consob – siedono in larga prevalenza amministratori indipendenti; inoltre la quota di donne si attesta in media al 52% circa, la presenza di stranieri al 4,7%, quella di membri con un background manageriale è pari a più del 51%. Nel confronto tra comitati, la quota di membri indipendenti e la presenza delle donne sono maggiori nel comitato di controllo interno (rispettivamente, quasi l’89% e il 54%), mentre il comitato di sostenibilità si distingue mediamente per una maggiore quota di presidenti e vice presidenti del consiglio di amministrazione (quasi il 9%), l’età dei membri più alta (57,5 anni in media), una minore quota di amministratori stranieri e family e una maggiore presenza di componenti con titoli di studio post-universitari, manager e accademici.