Tom Kington, corrispondente in Italia del Times: per il giornale britannico ha raccontato la pandemia nel nostro Paese, la reazione del sistema economico e delle aziende.
Cosa l’ha colpita del comportamento degli italiani in questi mesi di emergenza sanitaria?
“Gli italiani hanno sorpreso il mondo per il loro comportamento organizzato e civile, specialmente nei mesi del primo lockdown. Ne abbiamo avuto un’ottima impressione. Gli inglesi, per esempio, si sono fatti travolgere dal panico, andando a saccheggiare i supermercati. Non ho visto le stesse scene in Italia, dove in pochi hanno deciso di comprare tonnellate di cibo con la paura che venissero a mancare i prodotti di prima necessità. Nella primavera di un anno fa, l’Italia ha attirato l’ammirazione anche da parte dei britannici. L’estate scorsa sembrava che andasse tutto bene, che l’Italia fosse quasi stata liberata dal Covid, mentre la pandemia continuava a cavalcare negli altri Paesi”.
Poi che cosa è successo?
“Durante la seconda ondata sembrava difficile adeguarsi alle regole: si è parlato molto dell’incapacità dei giovani italiani di osservare le norme e li si è accusati di aver riportato il Covid dalle vacanze. In questa terza ondata, invece, vedo anche un po’ di sfortuna. L’Inghilterra ha fatto un lockdown duro subito dopo Natale per via della cosiddetta variante inglese. Oltre a questo, la velocità delle vaccinazioni ha aiutato a lasciarsi alle spalle la fase acuta della pandemia. Nel mese di gennaio, quando la curva sembrava essersi stabilizzata, l’Italia è stata un po’ spettatrice e non si è capito subito l’impatto che avrebbe avuto questa variante in termini di numero di contagi e di aggressività del virus. I numeri hanno ingannato e ci è voluto tempo per capire che sarebbe stata necessaria una reazione più forte”.
Il Governo italiano e le Regioni hanno chiesto l’aiuto di Poste Italiane per accelerare la campagna vaccinale. Perché è importante uscirne presto?
“In Inghilterra la campagna vaccinale è stata più rapida per due motivi: la maggiore disponibilità di dosi e il coordinamento nazionale delle operazioni. È importante, come è stato fatto ora, che anche in Italia siano centralizzate le decisioni. Il successo della campagna vaccinale ha aiutato gli inglesi a ripartire in modo ottimale. Spero che anche l’Italia riesca a rimettersi in moto presto perché questo ha un grande impatto sull’umore delle persone. Bisogna concludere velocemente le vaccinazioni per vivere il futuro con un senso di liberazione. Più rapidamente ci arriveremo, più intensa sarà questa celebrazione”.