A marzo il mercato del lavoro continua a mostrare timidi segnali di ripresa ma sebbene mostri un aumento degli occupati, siamo ben lontani dal recuperare quei 900 mila posti di lavoro persi a causa della pandemia. E per alcune categorie, trovare un impiego resta ancora un’impresa molto ardua. Questo il quadro delineato dall’Istat. In un mese, a marzo rispetto a febbraio, si contano 34 mila nuovi posti di lavoro in più: un aumento che coinvolge gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni che, invece, diminuiscono così come le donne e i dipendenti permanenti. Il tasso di occupazione sale al 56,6% (+0,1 punti), quello di disoccupazione scende al 10,1% (-0,1%) ma sale tra i giovani al 33% (+1,1%). Ma facendo un bilancio del I trimestre, rispetto all’ultimo trimestre del 2020, il livello dell’occupazione scende dell’1,1%, con un calo di 254 mila unità.
Gli altri dati
Sempre nel I trimestre, aumentano sia le persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +59mila) sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,0%, pari a +134mila unità). Facendo invece il confronto con febbraio 2020, cioè da quando è scoppiata la pandemia, i numeri sono sempre drammatici: l’occupazione è diminuita per tutti i gruppi di popolazione, ma il calo risulta più marcato tra i dipendenti a termine (-9,4%), gli autonomi (-6,6%) e i lavoratori più giovani (6,5% tra gli under 35). Sempre rispetto a febbraio 2020, nonostante il numero di disoccupati risulti stabile, il tasso di disoccupazione aumenta di 0,4 punti e il numero di inattivi è ancora superiore di oltre 650 mila unità, con il tasso di inattività più alto di 2 punti.