Dagli anni con i Denovo fino ai grandi successi da solista: Mario Venuti festeggia i suoi quasi quarant’anni di carriera (primo disco nel 1984) presentando ai suoi fan – che in tanti ancora gli scrivono lettere – un nuovo progetto artistico. Qui, tornando a mondi che già aveva toccato scrivendo Fortuna e che da sempre hanno caratterizzato il suo stile, si è divertito a diventare puro interprete, rileggendo a modo suo alcuni brani popolari della canzone italiana. Ed è così che è nata Ma che freddo fa, la famosa canzone scritta da Claudio Mattone e Franco Migliacci e interpretata nel Sanremo del 1969 da Nada. Venuti la trasforma oggi in un coinvolgente samba-pagode. Gli inizi degli anni ’90, non a caso, avevano visto il musicista catanese impegnato in viaggi in Brasile, dove si era appassionato alla musica di Cateano Veloso e al sound tropicale. L’esperienza brasiliana si respirava a pieni polmoni nel suo primo album Un po’ di febbre (1994), in cui era contenuto proprio quel singolo, “Fortuna”, che aveva scalato le classifiche. In questa intervista, Mario Venuti ci parla della carriera, della musica, dei fan e delle lettere a cui è ancora affezionato.
Mario, ci siamo: l’uscita di Ma Che Freddo Fa, il tuo nuovo singolo, è finalmente realtà. Che emozione prova, un musicista, quando un suo nuovo progetto artistico viene alla luce?
“Diciamo che io non sono più un musicista di primo pelo. Dunque, le emozioni sono un po’ differenti. Certamente, sono curioso di vedere la reazione del pubblico. Insomma, mi piace vedere l’effetto che fa. I miei fan sono sempre stati abituati a vedermi cambiare. In un certo senso, li ho sempre sorpresi. Credo che sarà così anche stavolta”
Le atmosfere di Fortuna, sembrano riecheggiare nel tuo Ma che Freddo Fa. Si può dire che tu abbia proseguito un discorso iniziato tanti anni fa e che non hai mai abbandonato?
“Le buone canzoni puoi rigirarle come vuoi, ma rimangono sempre belle. Ma sfido chiunque ad aver mai pensato ad un samba per questo successo di Nada. È vero, mi sono divertito a ricreare, arricchendole, certe suggestioni già presenti, da sempre, nel mio modo di fare musica. Anche se, devo dire, il mio Ma che Freddo Fa è un lavoro molto differente da Fortuna, che voleva essere una mia visione in musica di quei tempi e che, dunque, ha poche affinità con il singolo uscito in questi giorni”.
Oltre al singolo, distribuito in tutte le piattaforme digitali, è disponibile il primo dei quattro 45 giri a edizione limitata e da te firmati.
“Esatto. Le quattro copertine dei vinili bianchi, create dall’artista Monica Silva e dal Creative Director Valerio Fausti, formano un’opera d’arte unica, caratterizzata da colori forti e vivaci, un tributo alla grande Carmen Miranda e al movimento tropicalista. Un nuovo progetto nel quale ho scelto, con la produzione artistica di Tony Canto e partendo da periodi e generi diversi, di disegnare un tema originale, sviluppando un’unica storia compositiva in cui ciascun brano traccia una linea netta che unisce la canzone italiana ai tropici”.
“Ma che freddo fa” sarà un 45 giri in edizione limitata, numerata ed autografata. Si ha quasi la sensazione che tu voglia ogni volta mettere in risalto il rapporto molto diretto, personale, intimo, che hai con il tuo pubblico.
“Si, è un po’ un discorso già iniziato con Casacasa Live Session, una raccolta di sette live in cui ho eseguito, nel periodo di lockdown, alcuni dei miei brani più famosi direttamente dal salotto di casa mia. Mi piace essere intimo con i miei fan. Il divismo non l’ho mai sopportato. Poi i social, oggi, hanno molto avvicinato il pubblico all’artista”.
Che rapporto ha Mario Venuti con le lettere?
“Ahimè, sono abbastanza vintage da aver vissuto appieno il periodo in cui si comunicava con le lettere. L’ho sempre trovata una forma di comunicazione molto romantica. Le lettere, scritte a mano, sono quanto di più intimo possa esistere”.
Oggi sembra tutto diverso. È così anche per te?
“Viviamo nell’era dei social. Ma ancora oggi, nella mia buca delle lettere, trovo molta corrispondenza. E per me, ogni giorno, è una grande sorpresa. Come una magia che si ripete nel tempo. Sono lettere che i miei fan mi scrivono: quanta tenerezza e quanto romanticismo c’è, nelle loro parole”.