Nonostante le restrizioni che hanno colpito i settori della ristorazione e dell’industria non alimentare, “l’Italia si conferma un’eccellenza europea nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio, quali barattoli e scatolette, bombolette spray, tappi corona, capsule, scatole fantasia, latte, fusti e fustini”. Lo rileva Ricrea, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi in Acciaio. Nel 2020 nei Comuni è aumentata del 6% la quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti, in media 4,01 chilogrammi per abitante; il riciclo dell’anno scorso riguarda il 79,8% degli imballaggi in acciaio immessi al consumo (-0,8% sul 2019), pari 370.963 tonnellate. Sarebbero sufficienti per realizzare circa 3.700 chilometri di binari ferroviari.
Il risparmio energetico
Gli imballaggi in acciaio avviati al riciclo nel 2020 hanno consentito di risparmiare: 1,3 TWh di energia primaria; 260.000 tonnellate di materia prima, evitando la dispersione di 384.000 tonnellate di CO2 equivalente. In particolare, il valore economico della materia recuperata in un anno è pari a 12 milioni di euro.
In linea con gli obiettivi 2030
“In un anno così delicato siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da tutta la filiera del riciclo dell’acciaio, un metallo che viene riciclato all’infinito senza perdere le sue intrinseche qualità – commenta Domenico Rinaldini, Presidente di Ricrea, uno dei sei consorzi di filiera del Sistema Conai – Questi dati evidenziano ancora una volta come siamo già in linea con l’obiettivo dell’80% previsto dalle direttive europee in materia di economia circolare entro il 2030”.