Il mondo della danza e della cultura italiana è in lutto: è morta oggi a Milano Carla Fracci. La stella avrebbe compiuto 85 anni.
La carriera
Figlia di un tramviere, classe 1936, aveva conquistato tutti i più grandi teatri del mondo esibendosi con grandi nomi, da Nureyev a Baryshnikov, interpretando più di duecento personaggi nella sua lunga carriera. Formatasi alla scuola della Scala – come si legge nella descrizione della Treccani – si è perfezionata Parigi, Londra e New York. Della Scala è diventata étoile, costruendo un legame indissolubile con il teatro. Un legame che l’ha accompagnata fino alla fine, dimostrato dalla masterclass dello scorso 28 e 29 gennaio tenuta in streaming sui profili social della Scala davanti ai protagonisti del balletto Giselle, reperibile anche su Raiplay. Fracci è interprete ideale del repertorio classico ed è una indimenticabile Giselle (1961), così come Francesca da Rimini (1965), Coppelia (1961), e intensa nel Lago dei cigni (1973). La danzatrice ha formato una coppia ideale con il danese E. Bruhn. Tra le sue interpretazioni si ricordano: Alma Mahler Gropius Werfel – La bambola di Kokoschka (1994), Jeux (1996), Filumena Marturano (1996), Amleto Principe del sogno (2002), Lady Macbeth (2004), Maria Stuarda, l’ultima notte (2005). Dal 2000 al 2010 ha diretto il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Del 2013 è la sua autobiografia “Passo dopo passo”, mentre nel 2014 la danzatrice ha fatto parte del film “29200 Puthod, l’altra verità della realtà” sulla vita e le opere dell’artista internazionale D. Puthod. Molte le onorificenze che le sono state conferite: è stata nominata Dama di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana il 20 ottobre 2003; Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana il 2 giugno 1983 e medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte il 25 febbraio del 2000. Nel 1981 il New York Times la definì “prima ballerina assoluta” al pari di Pierina Legnani e, inseguito, Alessandra Ferri.
Le reazioni
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, profondamente commosso dalla morte di Carla Fracci ne ricorda in una dichiarazione “le straordinarie doti artistiche e umane, che hanno fatto di lei una delle più grandi ballerine classiche dei nostri tempi a livello internazionale. Carla Fracci ha onorato, con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro, il nostro Paese. Esprimo le più sentite condoglianze ai familiari e al mondo della danza, che perde oggi un prezioso e indimenticabile riferimento”. “La più grande – il ministro della Cultura Dario Franceschini – Divina ed eterna. Piena d’amore per la danza, di nuovi progetti, di idee per tutta la vita, con l’entusiasmo di una ventenne. L’Italia della cultura ti sarà sempre grata, immensa”. Ed è “con commozione” che la Scala ha annunciato la morte di Carla Fracci: “Il Teatro, la città, la danza perdono una figura storica, leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo nella nostra identità e ha dato un contributo fondamentale al prestigio della cultura italiana nel mondo”. “Carla Fracci era e resterà per sempre la nostra signora della danza, una grande donna capace di incarnare in quel suo corpo minuto e leggiadro, la poesia e assieme la forza del talento autenticamente italiano. Oggi piangiamo la scomparsa di un’artista indimenticabile ma anche di una straordinaria ambasciatrice del nostro Paese nel mondo” è il ricordo del presidente del Senato, Elisabetta Casellati. “Lo scorso anno in Senato -ricorda- l’ho voluta celebrare con un premio alla carriera per la tecnica raffinata che, unita alla potenza espressiva, l’hanno resa un’icona di stile ed eleganza senza tempo. Ai suoi cari possa giungere tutto il mio cordoglio e la mia vicinanza”. Il presidente della Camera, Roberto Fico, afferma che “con talento, tenacia, eleganza ha conquistato il pubblico e i teatri di tutto il mondo. Addio a Carla Fracci, una delle più grandi artiste della danza internazionale, orgoglio del nostro Paese. Esprimo a nome mio e della Camera dei deputati la più sentita vicinanza ai suoi cari”.