Il più noto psichiatra italiano Paolo Crepet si esibirà nello spettacolo teatrale “Oltre la tempesta”, un’opera che riflette su ciò che diventeremo dopo la pandemia. Lo spettacolo sarà tratto dall’omonimo libro dell’autore in tutte le librerie (edito da Mondadori). L’autore medita sulle conseguenze psicologiche che la pandemia porterà con sé, analizzando il modo in cui il periodo che stiamo vivendo influenzerà il nostro futuro e l’impatto che avrà sulla nostra sfera individuale e sociale, soffermandosi in particolare sulla situazione psicologica delle famiglie.
Professor Crepet, c’è una generazione che ha subito gli effetti indiretti della pandemia. Dopo oltre un anno di privazioni che bilancio si può fare dello stato di salute dei bambini e dei ragazzi?
“Tutte le persone in età evolutiva hanno subito un danno. Se privi un bambino della socialità e della scuola i risultati sono quelli che si stanno verificando. Noi stiamo indagando sulla sindrome dell’online brain che si manifesta con effetti simil-demenziali, la perdita della memoria a breve termine, mal di testa e una ridotta capacità di concentrazione. In generale, con una scarsa voglia di reagire nei ragazzi”.
Che cosa accadrà ora?
“Spero che la didattica a distanza e lo smart working abbiano reso palese che l’Italia non è tutta uguale: non è la stessa cosa studiare e lavorare in 50 o in 150 metri quadri, ci sono ancora italiani che non hanno accesso alla rete. Nel mio nuovo libro, “Oltre la tempesta”, parlo proprio di queste cose: il futuro richiede un pensiero e richiede anche la consapevolezza che non bisogna tornare all’Italia del 2019, ma prendere questo evento come un’occasione di cambiamento”.
Quali sono i nuclei familiari che usciranno rafforzati da questa esperienza per Paolo Crepet?
“A volte succede di imparare a guidare bene il motorino dopo che si è cascati. Più che di una tipologia di famiglia parlerei di una tipologia di cultura: chi ha capito che cosa non ha funzionato in questa situazione, è riuscito ad adattarsi meglio. Ci sono cose che è impensabile riproporre: dal mio punto di vista non deve mai più accadere che ai bambini e ai ragazzi venga impedito di frequentare scuole e università”.
Dove dobbiamo riporre le nostre speranze?
“La scuola è il luogo dove la vita rinasce, fioriscono le relazioni affettive, amicali e si pratica sport. L’attività motoria fa bene alla salute fisica e mentale alle relazioni e all’autostima dei ragazzi. Se una famiglia capisce questi principi ripartirà avvantaggiata”.