Giuseppina Torre è la pianista e compositrice italiana più ammirata all’estero. Nativa di Vittoria, in provincia di Ragusa, ha all’attivo due album di grande successo: “Il Silenzio Delle Stelle” e “Life Book”. È stata inoltre autrice delle musiche del docufilm “Papa Francesco – La mia Idea di Arte”. Ha tenuto concerti in Italia e all’estero, suonando anche per il Pontefice in occasione del Concerto dell’Epifania. Nel 2019 ha aperto il concerto de Il Volo, all’Arena di Verona. A conferma della sua bravura, Giuseppina ha ricevuto numerosi premi negli Usa, come il Los Angeles Music Awards (“International Artist of the Year” e “International Solo Performer of the Year”), l’Akademia Awards di Los Angeles (“Ambiental/Instrumental”) e l’IMEA Awards 2018. Le musiche del suo ultimo album “Life Book”, sono state scelte per accompagnare il documentario di Speciale TG5 “Testimone – Liliana Segre contro l’indifferenza”.
Giuseppina Torre, Life Book è senza dubbio uno dei lavori che racchiudono, per lei, i significati più intensi.
“Life Book è il disco che mi ripaga di tutti gli anni difficili che ho vissuto. La musica per me è stata terapeutica, l’isola felice nella quale ritrovarmi, come donna e come artista. Tutti i miei sacrifici e i miei sforzi sono stati ripagati nel vedere ‘Life Book’ pubblicato per la prestigiosa etichetta Decca Records”.
Dall’ascolto dell’album, si ha la sensazione di trovarsi difronte ad una rinascita, a un inno che ci sprona a credere nel futuro. È questo il messaggio che voleva trasmettere?
“Senza dubbio. Rispetto al mio precedente disco ‘Il silenzio delle stelle’, in ‘Life Book’ non vi sono più i tormenti. Le incertezze si sono trasformate in serenità. È un insegnamento che dedico a tutti coloro che, nel corso della vita, hanno trovato la forza di rinascere, almeno una volta. L’ultima traccia dell’album, intitolata ‘Never look back’, è quella portante: l’ho collocata appositamente alla fine, per dare l’ideale immagine di una netta chiusura col passato. Mai guardarsi indietro, ma andare sempre avanti”.
Ha scritto le musiche per un documentario sul Papa: ci racconta cosa ha rappresentato per Giuseppina Torre?
“Mi sono fatta guidare dalle parole del Pontefice. Mi colpì molto una sua frase, nella quale disse che l’arte eleva verso Dio. Partendo da questo suo insegnamento, mi sono lasciata ispirare in questo mio lavoro. E mi sono messa in contatto con una spiritualità vera, autentica, genuina”.
Il suo nome fa parte del “Dizionario dei compositori di Sicilia”, che contiene le biografie di tutti gli artisti più famosi della sua terra. Quali elementi, della sua Sicilia, trasferisce nella musica che compone?
“Leggere il proprio nome in un dizionario che raccoglie tutti i compositori più famosi, mi rende orgogliosa. Nella mia musica ripropongo quella velata malinconia, tipica dell’essere siciliana, unita alla passione, altro segno distintivo della mia impagabile terra”.
Ha anche ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
“È stato l’onore più grande della mia vita, il riconoscimento più prestigioso che si possa ricevere dalla propria Patria. Ho dedicato questa onorificenza ai miei genitori che, con enormi sacrifici, mi hanno sempre sostenuta nell’alimentare la mia più grande passione, il pianoforte”.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
“Ho già in programma dei concerti live, a Milano e a Palmanova. A luglio tornerò dunque a esibirmi dal vivo. Dopo la pandemia, si ricomincia: rivedere il mio pubblico sarà un’emozione enorme”.
Parlavamo di musica come intimità. Cosa ne pensa della scrittura e delle lettere, come elementi altrettanto “intimi” di comunicazione?
“Ogni traccia delle mie musiche che scrivo, la trasferisco su un foglio, utilizzando sempre una penna. Scrivere di proprio pugno, mi suscita emozioni indescrivibili. Musica e parole, non a caso, celano una corrispondenza profonda, una correlazione di sentimenti che rappresentano la vera sublimazione del nostro essere artisti”.