La crisi dovuta al Covid ha portato a un aumento significativo del risparmio delle famiglie. Il fenomeno è associato a una maggiore incertezza sul lavoro, alla percezione di una crisi sanitaria più prolungata e a maggiori preoccupazioni per il rischio di una nuova pandemia che potrebbe verificarsi nei prossimi anni. Così la Banca d’Italia in uno studio, dal quale si evince come il tasso di risparmio, dopo i livelli elevati raggiunti durante la prima ondata (superiori al 20% nella primavera del 2020), è rimasto significativamente al di sopra dei valori pre-pandemia, nonostante il parziale allentamento delle restrizioni alla mobilità. Il 39% delle famiglie intervistate nell’Indagine speciale sulle famiglie italiane della Banca d’Italia tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2021 hanno accumulato risparmi nel 2020.
Spesa personale
Prima dello shock pandemico questa quota era solitamente molto più bassa (circa 30% nel 2016, sempre secondo dati della Banca d’Italia). Secondo Bankitalia oltre alle condizioni macroeconomiche, le circostanze individuali possono influenzare le intenzioni e le possibilità di aumentare la spesa personale. Più del 25% delle famiglie ha dichiarato di avere difficoltà ad arrivare alla fine del mese e circa il 25% ha visto peggiorare la propria situazione finanziaria dopo la pandemia. Inoltre, quasi un quarto dei capifamiglia ha giudicato incerta la propria situazione lavorativa o quella di un membro della famiglia.
Emergenza sanitaria
La metà di coloro che affrontano una situazione lavorativa incerta si trovava anche in difficoltà finanziarie. Quindi c’è una correlazione tra la propensione alla spesa dei risparmi accumulati per proteggersi dagli imprevisti, come l’incertezza sul reddito futuro o shock sanitari inattesi, e la percezione che gli italiani hanno della pandemia. In media il risparmio è significativamente più alto per coloro che credevano che l’emergenza Covid sarebbe durata oltre il 2022, rispetto a coloro che si aspettano una fine anticipata.