Roberto Mancini nelle vesti di educatore di un gruppo di ragazzi che già fa sognare l’Italia. In un’intervista con monsignor Dario Edoardo Viganò, durante il programma di Rai Uno “A Sua Immagine – Insieme a Papa Francesco”, il CT della Nazionale azzurra ha raccontato il suo rapporto di cattolico praticante con la fede, gli anni dell’oratorio, il legame con suo padre e la sua maturazione come allenatore-educatore. “Quando si fa l’allenatore ci vuole molta pazienza per capire le situazioni. Se nei momenti difficili si è pazienti, le soddisfazioni sono molte di più”.
L’aneddoto
Mancini non può parlare del suo rapporto con la fede senza citare un episodio risalente al giorno della sua Prima Comunione, quando la Messa era prevista in concomitanza con una partita della squadra parrocchiale dell’Aurora Jesi: “Con don Roberto, che oltre a essere il parroco era anche il responsabile della Polisportiva, le provammo tutte per spostare l’orario della partita. Alla fine, trovò il modo di cominciare la partita in ritardo, quindi feci in tempo a fare la Comunione, a scattare le foto e a scendere in campo. Segnai due gol e vincemmo: è un ricordo bellissimo che rappresenta la storia della mia vita”.
Il rapporto con il padre
Il CT della Nazionale si lascia andare poi ai racconti di famiglia e al rapporto con il padre, idealmente rappresentato anche in uno degli spot di Poste Italiane che hanno Mancini come testimonial. “Mio papà è stato speciale, mi ha spinto a giocare a calcio ed è una persona molto paziente. Si è dato da fare per i ragazzi della parrocchia e per le scuole calcio. Per me è un uomo molto importante”.
L’importanza dell’esperienza
Oggi i ruoli si sono ribaltati e Mancini, oltre a essere padre, si riconosce anche nel ruolo di educatore dei suoi giocatori: “La vita oggi vuole ‘tutto e subito’ e nello sport a volte purtroppo questo accade. Io ho avuto la fortuna di iniziare a giocare a calcio ad alti livelli da giovane e ho incontrato persone che hanno avuto pazienza con me. Di conseguenza, nel corso del tempo, ho imparato ad avere come allenatore molta pazienza con i ragazzi. Riesco a capire il valore delle persone e quello che possono dare. So che a volte bisogna solo saper aspettare”. Parlando dello staff tecnico Mancini ha evidenziato: “Siamo più grandi di età, abbiamo avuto tante esperienze nella vita. I ragazzi a volte hanno anche bisogno di essere consolati, si aprono per i loro problemi. Io spero di essere e di essere stato un buon educatore per molti dei miei giocatori”.