“Il Belgio è un po’ un bivio delle nostre ambizioni: per crescere bisogna battere avversari forti”. Fabio Cannavaro è stato il capitano della Nazionale di calcio campione del mondo nel 2006, in Germania. Oggi allena in Cina, all’Evergrande, e in una intervista alla Gazzetta dello Sport ha dato qualche consiglio sotto il profilo mentale agli Azzurri. “I ragazzi devono rimanere con la testa leggera, così potranno giocare come hanno imparato a fare insieme – ha detto l’ex difensore di Napoli, Parma, Inter, Juve e Real Madrid – Dovranno sentire l’orgoglio di dire ‘Noi siamo l’Italia’. E allora saranno gli altri ad andare in difficoltà nell’affrontarci”.
Risposta di squadra
Cannavaro ha mostrato soddisfazione per la gestione di Roberto Mancini – “non si realizza una striscia di 31 risultati utili se non c’è sostanza” – ma ha messo in guardia Bonucci e compagni sull’avversario che li attende domani: “Con il Belgio siamo a un bivio”. Il capitano di Berlino ha anche spiegato come superare i Diavoli e proseguire nel sogno europeo: “Con una grande risposta di squadra – ha detto – Bisogna coniugare bellezza e risultato, ed è logico che andando avanti salga la tensione e tutto si possa complicare in un attimo. E poi ci vuole un po’ di fortuna”.
Mancini, l’uomo in più
Grande fiducia, però, nell’operato del commissario tecnico Mancini: “Nelle difficoltà, il nostro ct ha mostrato di avere le idee chiare e i cambi hanno risolto la sfida. Ecco, ogni azzurro deve essere mentalmente pronto, consapevole che un minuto in un Europeo vale dieci partite di Serie A”. È proprio sulla forza del gruppo che ha insistito Cannavaro sulle pagine della rosea: “La nostra storia insegna che, a parte Roberto Baggio nel ’94, l’Italia non ha mai puntato su un fuoriclasse, ma su un gruppo forte, capace di esaltarsi nelle difficoltà – ha concluso – Per me l’uomo in più è Mancini per come fa giocare la squadra e gestisce gli uomini”.