I portalettere di Poste Italiane: uno spaccato di umanità e professionalità, al servizio del Paese. Sono stati gli occhi dei cittadini quando tutto era chiuso, ora sono proprio loro a raccontare la ritrovata libertà. Il prima e il dopo di questa terribile pandemia, lo descrive sulle pagine online di PerugiaToday Marianna, portalettere nelle zone di Città di Castello Sud, Trestina, San Leo e Morra.
Testimone della rinascita
Lei che lavora in Poste Italiane da ben 19 anni, è oggi testimone oculare della rinascita di un intero territorio. Dall’entrata dell’Umbria in zona bianca sono passate solo poche settimane e, quello che si respira ad ogni angolo, è la voglia di ritornare alla normalità: “Questa pandemia ha fatto emergere il lato peggiore e quello migliore di noi – ha dichiarato Marianna a PerugiaToday – e dico peggiore, perché per un lungo periodo siamo stati tutti diffidenti gli uni con gli altri e io l’ho visto nella consegna della posta, quando l’unico contatto avveniva tramite le finestre e tutti scappavano via, con gli occhi timorosi e sfuggenti. Migliore, perché appena si è potuto, le mascherine si sono abbassate e gli angoli della bocca sono tornati invece ad alzarsi e i clienti hanno ricominciato a regalarmi sorrisi e chiacchiere”.
“Non ci siamo mai fermati”
Ora tutto sta tornando, sia pur lentamente, alla quasi normalità: Perugia si sta risvegliando, le attività riprendono, le persone tornano a sedersi nei tavolini dei bar. Anche aree verdi e parchi sono più affollati. A PerugiaToday la portalettere Marianna aggiunge che “la pandemia ci ha insegnato che quello che ci pareva così scontato, non lo era per niente. Girare con l’auto in una città fantasma è stato desolante, a volte pauroso. Le strade erano deserte, le saracinesche abbassate, le finestre chiuse e il lavoro che io e i miei colleghi portalettere di Poste abbiamo portato avanti, senza fermarci mai, ci ha messi di fronte al nostro ruolo sociale. Per molti siamo stati occhi e orecchie, soprattutto per le persone più anziane. Quando mi chiedevano come fosse la situazione là fuori, ho iniziato davvero a capire la gravità della situazione”.
Testimonial d’eccezione
Ciò che tuttavia ha spaventato di più Marianna, è stato “il divieto di non poter uscire dal proprio comune, perché ho pensato subito che non avrei potuto abbracciare, tutte le volte che volevo, mia nonna 97enne, che vive a Perugia”. Anche Marianna testimonia dunque come la normalità sia davvero dietro l’angolo. Il tutto anche grazie al contributo di un testimonial d’eccezione: “A San Leo incontravo spesso Jovanotti – sottolinea la postina umbra – e, dopo più di un anno, l’ho rivisto qualche giorno fa, in giro con la sua inconfondibile bicicletta rosa. Appena mi ha incrociata, mi ha salutata e ha anche voluto fare due chiacchiere, al grido di viva la libertà!”.