Non c’è cosa più emozionante che alzare al cielo la coppa che spetta ai Campioni d’Europa. E lo sanno bene Giorgio Chiellini, il capitano della Nazionale azzurra che a Wembley ha conquistato l’ambito trofeo e che ha avuto l’onore di farlo per primo, Roberto Mancini, condottiero della Nazionale, e tutti gli altri azzurri. Ora il trofeo delle nuove Notti Magiche prosegue il suo tour italiano e, dopo gli appuntamenti istituzionali, fa visita alla sede centrale di Poste Italiane, dove rimarrà esposta da lunedì 26 luglio. Un omaggio all’azienda Top sponsor della Nazionale e ai dipendenti di Poste Italiane, che sono stati sempre vicini agli Azzurri con passione.
Una coppa nel nome di Delaunay
Il trofeo porta il nome dell’amministratore del calcio francese che ha avuto un ruolo decisivo nella nascita della Uefa nel giugno 1954 e che è stato il primo segretario generale della Uefa, Henri Delaunay. Una coppa che affonda le proprie radici nella storia del Vecchio Continente. L’Europa ha certamente avuto origine nel bacino del Mediterraneo, quindi inizialmente si ritenne che sarebbe stata una buona idea quella di trovare un antico manufatto greco, per poi riprodurlo sotto forma di trofeo. Un giornalista greco amico di Constantin Constantaras, membro del Comitato Esecutivo dell’Uefa dell’epoca, trovò una scultura di un atleta nell’intento di controllare un pallone presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. L’argentiere parigino Chobillon venne dunque incaricato di realizzare il trofeo e riprodusse quella suggestiva immagine sulla coppa.
Tutto ebbe inizio nel 1960
Il trofeo originale fu acquistato qualche anno dopo dalla società Arthus-Bertrand di Parigi ed esposto per la prima volta durante finale della Coppa delle Nazioni che si disputò in Francia nel 1960. Una storia fortunata e prestigiosa, quella della coppa continentale: alzata al cielo dai capitani vincitori, per ben 12 volte in totale. Tuttavia, la stessa Uefa decise che una versione aggiornata del trofeo fosse necessaria, anche per rinverdire il prestigio e il fascino della competizione. Si optò dunque per un aumento delle dimensioni del trofeo. Questo perché la sensazione era che il trofeo originale fosse troppo piccolo e penalizzato dalla bellezza più accattivante di altri trofei.
La seconda vita della coppa
La seconda versione del trofeo, tuttavia, si basò sempre sulla versione originale, d’argento, 60 cm di altezza, ben 18 in più dell’originale e raggiunse gli 8 kg di peso, 2 in più del trofeo originario. Tra le altre differenze, anche quella relativa alla base d’argento, allargata per renderla più stabile. Inoltre, i nomi dei paesi vincitori che prima apparivano sul plinto, sono spostati sul retro del trofeo. La nuova coppa è stata presentata al sorteggio delle qualificazioni per Euro 2008 a Montreux, in Svizzera, il 26 gennaio 2006. Quando il torneo si è disputato, due anni dopo, il portiere della Spagna Iker Casillas ha avuto l’onore di diventare il primo capitano a sollevare la versione aggiornata, dopo la vittoria in finale delle Furie Rosse sulla Germania, a Vienna.
Una coppa made in Italy
Ma forse non tutti sanno che la coppa dell’Europeo vinta da Mancini e dai suoi ragazzi ha fortissime radici italiane. Sul trofeo, infatti, c’è la prestigiosa firma della Iaco Group, l’azienda fondata da Igino Iacovacci nel 1978, presieduta oggi dall’appassionato figlio Alberto. L’azienda ha realizzato il trofeo per questo Euro 2020, forgiato da maestri artigiani che lavorano con la Iaco Group di Vicenza. Per la creazione, si è optato per una fresatura della base e del corpo, con un successivo lavaggio in una vasca di sapone e sostanze chimiche. Poi il bagno all’interno di una soluzione di concentrato d’argento e, infine, una doccia rigenerante. La coppa, pronta in tutta la sua rinnovata bellezza per essere alzata al cielo di Wembley dai nostri Azzurri, è oggi diventata uno dei trofei più amati dai tifosi italiani. E da lunedì prossimo sarà in bella mostra anche nella sede di Poste Italiane.
Qui sopra, il servizio del TG Poste.
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