Livio Berruti, vincitore nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma nel 1960, festeggia l’impresa di Marcell Jacobs. “Tante volte dopo una gara – racconta in un’intervista al Corriere della Sera – mi hanno chiesto notizie di questo o quel mio possibile erede. Ma verso Jacobs, che ho incontrato solo una volta l’anno scorso, sento un feeling speciale. In batteria era un outsider come lo ero io in quei lontani giorni all’Olimpico. È timido, spontaneo, misurato nel gioire e anche a me non riusciva di urlare o esagerare nei festeggiamenti. Ho esultato tante volte per un italiano nell’atletica e nello sport ma non mi ero mai emozionato così”.
La gestione dello sforzo
Della gara del poliziotto bresciano, Berruti è rimasto colpito “da come ha gestito perfettamente lo sforzo”. “Era composto, elegante, sembrava non faticare – sottolinea al Corriere – So che ha avuto infortuni, so che aveva difficoltà ad esprimere il suo potenziale: quando le cose non ti vengono facili, quando ti fai male ma riesci a ripartire sei ancora più bravo». Berruti chiude con un appello: “I 100 metri – spiega – sono la gara più importante dei Giochi. Spero che una vittoria come quella di ieri porti tanti ragazzi e tante ragazze a fare atletica: ne abbiamo immenso bisogno”.