Un 29enne ertano che fa il portalettere nel Maniaghese e ha deciso di raccontare il suo lavoro tra le vallate della provincia di Pordenone, molto gettonate in tempi di pandemia. Al Messaggero Veneto, Antonio ha raccontato: “L’avvio della stagione estiva ha richiamato molta gente nelle nostre valli, forse più dello scorso anno. Diverse persone arrivate qui prima del lockdown in realtà non se ne sono più andate, perché lavorando in smart working hanno preferito godere dei vantaggi della montagna pordenonese piuttosto che rinchiudersi, per esempio, nei piccoli appartamenti dell’hinterland milanese”. Come tanti suoi colleghi, Antonio è un punto di riferimento per le persone.
Presenze stabili
Ai residenti storici, spiega il quotidiano veneto, si sono aggiunti i dipendenti in telelavoro e i turisti del fine settimana “che vengono da Lombardia e Veneto, ma ci sono tanti pordenonesi che hanno qui la seconda casa, che però ora si fermano per più giorni: tornando spesso, rappresentano a tutti gli effetti presenze stabili. Dalla Val Tramontina alla Valcellina, dalla Val Cosa alla Val Colvera e alla Valle del Vajont, cresce la domanda di locazione di case e appartamenti e persino di acquisto”.
Eccellenze del territorio
Continua il racconto di Antonio: “Da ertano orgoglioso, posso affermare che finalmente si sta riscoprendo la montagna pordenonese: aria pulita, natura incontaminata, le eccellenze dell’artigianato artistico, l’enogastronomia a chilometro zero. E non ultimo, distanziamento garantito e nessun assembramento”. Secondo il giovane portalettere la pandemia ha contribuito a far “riscoprire la bellezza delle nostre montagne e delle nostre valli che prima passavano a volte quasi inosservate anche a molti di quelli che ci vivono vicino: a causa delle restrizioni si apprezza di più la libertà che può offrire un paesino di montagna”.