Lettere nella storia: Calasso, cento lettere a uno sconosciuto

“Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre”. È una citazione di Salustio richiamata in anteprima del grande libro di Roberto Calasso “Le nozze di Cadmo e Armonia”, meraviglioso testo di Adelphi Edizioni, nota casa editoriale cui Calasso ha dedicato gran parte della sua vita di autore, editore, visionario, realizzatore. Salustio in verità evoca l’affascinante capacità umana di sognare tra mito e realtà che dagli inizi professionali sino alla sua recentissima morte, ha guidato Calasso. Egli ha prodotto un’impresa culturale tesa a costruire una coscienza comune delle radici dell’Europa, come luogo capace di ascolto e di curiosità intellettuale nei confronti di ogni cultura. Dunque aperta e accogliente, curiosa di conoscenza. I libri sono stati la sua spada di conquista del consenso per trasformare il mondo. Se le persone leggono, si aprono al pensiero e pensando apprezzano le diversità. L’armonia e quindi la pace non si può realizzare senza la conoscenza dell’altro come portatore di una coscienza e di una visione autonoma della vita.

Il “vestito” del libro

Il libro deve parecchio a Calasso se viene tuttora visto come un bene per quanto cercato da minoranze. Egli ha curato e promosso i contenuti del “genere” libro, ma lo ha reso prezioso rivestendolo con una confezione esterna di nuovo conio. Ha attratto il lettore occasionale con un vestito esterno curatissimo con lo scopo di incuriosirlo facendolo passare dalla copertina a sedersi per sfogliarlo e saperne di più. Decidendosi magari a comperarlo e diffonderlo. Ormai chiamiamo “risvolto” l’invenzione di Calasso, il suo “uovo di Colombo” per l’intuizione semplice cui nessuno aveva mai pensato prima per rivestire l’editoria di qualità.

Veicolo di cultura

Il risvolto del libro è l’espressione moderna dell’epistola dedicatoria che in antico serviva a riassumere i motivi contenuti nel libro dedicato al signore di turno. Il risvolto è una sfida intellettuale notevole: sedurre chi prende in mano un libro a leggerlo per davvero, ad acquistarlo tanto trova interessante l’assaggio di copertina. A questa scoperta, Calasso, figura universalmente rimpianta dal mondo della cultura, ne ha aggiunta un’altra: riciclare il risvolto come una lettera per pubblicizzare nuovamente l’autore e l’opera scritta. Insomma, un veicolo e comunicatore di cultura affidato proprio a un libro. Nessuno strumento comunicativo è finora parso altrettanto duttile della lettera. E così anche Roberto Calasso ha ceduto alla tentazione di farvi ricorso, immaginando di diffondere un libro di raccolta dei risvolti da lui scritti nei 40 anni di lavoro in Adelphi, cuciti come lettere a uno sconosciuto.

Un invito a sedersi

Ora 100 tra questi testi selezionati sono stati pubblicati nella Piccola Biblioteca 500 di Adelphi raccolti proprio con il titolo “Cento lettere a uno sconosciuto”. Non si tratta di testi nati come lettere, ma sono pubblicati come fossero lettere indirizzate ai tanti sconosciuti di turno che si trovassero a sfogliare per caso un volume Adelphi. Un invito a sedersi per saperne di più delle meraviglie che quei cento autori scelti tra i tanti pubblicati tra il 1963 e il 2003 sono stati in grado di rappresentare e narrare dell’umana ricerca di senso.

Chiedere il minino

Nell’introduzione al risvolto dei risvolti, Calasso scrive: “Osserviamo un lettore in libreria: prende in mano un libro, lo sfoglia – e, per qualche istante è del tutto separato dal mondo. Ascolta qualcuno che parla, e che gli altri non sentono. Accumula casuali frammenti di frasi. Richiude il libro, guarda la copertina. Poi, spesso, si sofferma sul risvolto, da cui si aspetta un aiuto. In quel momento sta aprendo – senza saperlo – una busta: quelle poche righe, esterne al testo del libro, sono di fatto una lettera: la lettera a uno sconosciuto”. Agli editori, osserva Calasso si deve chiedere sempre il minimo, ma con durezza. E qual è questo minimo? Che l’editore provi sempre piacere a leggere i libri che pubblica.