La presenza dei 430 portalettere di Poste Italiane nella provincia di Verona non è mai mancata. Nemmeno durante i giorni più duri della pandemia. L’ennesima conferma di come Poste Italiane sia sempre al fianco del Paese in questo complicato percorso di ripartenza. Ne è un esempio la toccante testimonianza di Sebastiano, portalettere veronese a Bardolino che a Pantheon Verona Network ha raccontato la sua storia e, in particolare, di come ha visto cambiare il lago di Garda e i suoi abitanti durante l’ultimo, difficile anno.
Il supporto di Poste
Nell’articolo vengono citate le parole dell’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, e del Condirettore Generale di Poste, Giuseppe Lasco, i quali hanno più volte sostenuto che l’Italia, per Poste, è come se fosse sempre stata zona bianca. I portalettere e gli Uffici Postali, infatti, sono stati sempre in prima linea per assicurare ai cittadini i servizi essenziali. E la storia di Sebastiano conferma puntualmente queste dichiarazioni: ogni giorno, nel suo giro per le strade del quartiere, infatti, il portalettere incontra le famiglie, ma anche i commercianti, i liberi professionisti, gli operatori economici e i ristoratori. Tutti clienti che Poste Italiane – ricorda l’articolo – ha sempre supportato in questo ultimo difficile anno, consolidando il proprio ruolo nel tessuto sociale ed economico del Paese.
Il bisogno di condivisione
La storia di Sebastiano è particolare: “Ho fatto richiesta di entrare in Poste dopo la laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche – spiega il 35enne portalettere veronese che è a Bardolino da circa tre anni – perché fare il postino è un bel lavoro, ti dà una sensazione di libertà e allo stesso tempo è necessaria una buona organizzazione per gestire in parziale autonomia la giornata lavorativa”. Ma non è tutto: “Inoltre – sottolinea il postino – sei a contatto con le persone, ascolti le loro storie, osservi quello che ti succede intorno e impari a conoscere meglio la realtà in cui vivi. In particolare, durante il lockdown dello scorso anno, le persone ti cercavano, non vedevano l’ora di vedere qualcuno, si percepiva il bisogno di un confronto, di una parola condivisa”.
Arriva la ripresa
Il suo racconto poi prosegue: “Il centro storico di Bardolino sembrava un deserto. In giro c’ero solo io con il motorino e i carabinieri in auto. Ci incrociavamo, giusto il tempo per un saluto da lontano”. Infine, uno sguardo al presente: “Il lago vive di turismo – racconta il portalettere – e ad aprile Bardolino era ancora vuota. Le riaperture sono iniziate a giugno, con l’arrivo dei turisti. Il fine settimana, comunque, il paese è oggi pieno di gente. Io parlo con i negozianti e li sento contenti, finalmente i turisti ci sono. A luglio si è finalmente sentita la ripresa, quella vera”. Parole di speranza, per un futuro finalmente all’insegna della ritrovata normalità.
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