La storia di due dipendenti di Poste che raccontano l’atmosfera che si respira a Pontedera e nella Valdera, riuscendo anche a viverne i primi importanti segnali di ripartenza, dopo i giorni difficili della pandemia: in un articolo pubblicato su La Nazione, ecco riportate le accorate parole di Rosangela, 51 anni della provincia di Bari e residente a Pisa, portalettere dal 2019. La dipendente di Poste, attraverso la sua testimonianza, ha spiegato al quotidiano come si sta svolgendo il suo lavoro quotidiano, durante questi mesi così critici: “Noi postini abbiamo vissuto in prima persona i giorni bui del primo lockdown. Era veramente dura camminare per le strade deserte”.
Fiori e divisa, un gesto d’affetto
Ora, la situazione sembra in via di miglioramento. E c’è spazio anche per qualche gesto toccante d’affetto verso i postini, figure sempre più apprezzate dalla popolazione locale. “Una mattina, un bambino mi si è avvicinato – racconta a La Nazione la portalettere Rosangela – e, tirandomi per la giacca, mi ha donato un mazzettino di fiori di campo gialli, dicendomi che avevano lo stesso colore della mia divisa”. Un gesto che ha commosso Rosangela e che testimonia come il ruolo del portalettere, soprattutto nei mesi difficili della pandemia, sia sempre stato un importante punto di riferimento per la collettività.
I giorni bui
Il quotidiano ha poi ospitato la testimonianza di Daniela, 54 anni di Ponsacco, che è dal 1989 in Poste e che copre la zona di Pontedera e le zone limitrofe di Santa Lucia e La Borra: “Il mio lavoro ha fatto sì che io avessi un posto in prima fila per assistere a tutte le varie fasi e all’evolversi di questa pandemia – afferma la portalettere a La Nazione – tornare a “vivere” è la cosa che più mi ha emozionata. Il mio ruolo di postina ha reso possibile che io potessi, nel bene e nel male, raccontare a chi mi circondava, le emozioni provate durante la zona rossa, quando ogni giorno c’erano strade, piazze, parchi e negozi vuoti e sentivo il silenzio assordante che gli faceva da cornice”.
Torna il sorriso
“Adesso la zona bianca in cui siamo tornati, mi rende narratrice della tanto attesa ripartenza del nostro paese. La cosa più bella è il poter riacquistare il contatto umano, che è alla base della figura del portalettere, e che adesso ha ritrovato il suo sapore originario. Il tono della voce dei miei clienti finalmente non è rassegnato o sommesso, ma squillante e ottimista”. Adesso, a Pontedera, quando il postino suona, trova sempre un sorriso. Senza dubbio, è questa la più emozionante delle ripartenze.
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