Strade che non hanno nomi e niente cassette: dura la vita per i portalettere a Ponza? Niente affatto. Ecco come il portalettere in servizio sull’isola ha risolto il problema. A raccontarlo è lui stesso al Messaggero. In un articolo pubblicato nelle pagine dedicate alla cronaca di Latina del quotidiano, parla Pasquale, 27 anni, uno dei due portalettere dell’isola. “Ho un quaderno dove ho dato nomi di fantasia alle strade, prendendo come spunto magari una porta di colore particolare, oppure un albero caratteristico”, racconta il dipendente di Poste Italiane. “In tutto sono 40 pagine fitte di appunti che ho trasferito sul mio personal computer: ora, consegnare la posta e i pacchi, è molto più semplice”.
Un punto di riferimento
Pasquale illustra gli aspetti positivi che ci sono nel vivere su un’isola. “Qui si conoscono tutti tra di loro e quando vado al porto riesco a consegnare buona parte della corrispondenza e dei pacchi – aggiunge il portalettere – perché il porto è punto di incontro di tutto il paese e a una certa ora si ritrovano tutti lì”. L’articolo ricorda come Pasquale sia ormai diventano un ponzese a tutti gli effetti: “Ormai qui conosco gran parte delle persone – continua – e quando consegno la posta tutti vorrebbero che mi fermassi per un caffè”.
Un’isola creativa
Pasquale era arrivato a Ponza il 31 gennaio scorso, dopo aver lavorato per due anni ad Aprilia e poi a Velletri. Ponza ha sempre stimolato la sua creatività, utile per la musica, la sua grande passione: “Quest’isola mi ha stregato – dice il portalettere al Messaggero – e ho trovato l’ispirazione per scrivere i testi di alcune mie canzoni”. Il lavoro quotidiano va svolto con un pizzico di esperienza: “Bisogna entrare nella mentalità di Ponza – conclude Pasquale – perché qui tutto sembra rallentato, le persone si svegliano con calma, l’isola si anima pienamente solo con l’arrivo della nave. Il tempo ha una concezione diversa. E io mi sento un privilegiato”.
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