Il quotidiano La Nazione, nella sua edizione umbra, ha ospitato il racconto di Francesca, da vent’anni portalettere a Cospaia e San Giustino, piccole e suggestive località della nostra bella Italia, situate lungo un esile lembo di terra dalle punte irregolari degli Appennini, che si estende fino alle rigogliose valli circostanti.
Una di famiglia
La punta settentrionale dell’Umbria che tocca la Toscana da una parte e le Marche dall’altra: luoghi davvero unici (la Repubblica di Cospaia fu un microstato indipendente esistito dal 1441 al 1826), dove pulsa forte il cuore di Poste Italiane. Francesca, come ricordato nell’articolo, ama raggiungere questa località che definisce quasi magica, “perché si respira un’aria diversa, pulita. Chi vive da queste parti, non può non sapere l’antica storia del borgo”. Il suo racconto è appassionato: “Ogni mattina arrivo a Cospaia a consegnare la posta a queste famiglie – aggiunge la portalettere – parcheggio la mia auto di servizio e inizio il giro a piedi: molte strade sono ancora quelle del Quattrocento e si percorrono solo camminando. Incontro tutti per strada: mi aspettano sull’uscio di casa e con tutti c’è sempre un saluto veloce: ormai io sono una di famiglia”.
Autentici rapporti di amicizia
Nell’articolo de La Nazione si ricorda come San Giustino sia un borgo nel quale, da sempre, convivano in modo armonico più anime differenti: quella italiana e quella francese, ma vi sono anche cittadini di nazionalità dominicana. Il tutto in estrema serenità. “Addirittura, fino a qualche anno fa – conclude la portalettere nella sua intervista – portavo loro la pensione, perché il grado di confidenza e di fiducia è massimo. E i rapporti sono autentici. Per me, è ogni giorno un piacere che si rinnova lavorare quassù”. Un grande esempio di come Poste Italiane sia un punto di riferimento per le comunità italiane, anche quelle più piccole e sperdute. Un vero baluardo per l’Italia della ripartenza.
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