Marzia Onorato
Marzia Onorato (foto di Pepe Russo)

È considerata la ragazza prodigio del cinema italiano. Diciassette anni e una carriera già ricca di partecipazioni importanti. La giovanissima attrice napoletana Marzia Onorato ha debuttato nella serie tv di Raiuno “Sirene”, poi eccola sul grande schermo con “Sono solo fantasmi”, regia di Christian De Sica. Ora Marzia esce al cinema con “Qui rido io” di Mario Martone, dove recita nel ruolo della grande Titina De Filippo, accanto a Toni Servillo e Cristiana Dell’Anna. Una pellicola di prestigio assoluto: il film è in concorso al 78° Festival di Venezia, concorre per il Leone d’Oro ed è in uscita nelle sale italiane il 9 settembre.

Marzia, come è nata la tua passione per il cinema e, in generale, per il mondo dello spettacolo?

“Le mie grandi passioni sono sempre state la musica e il cinema. Fin dalle scuole medie, mi divertivo a fare le imitazioni. Poi, a 12 anni, per la prima volta, mi sono ritrovata su un set. E da lì ho capito che quella era la mia strada. Poi ho studiato chitarra classica e blues e ho iniziato a scoprire i cantautori italiani e francesi come Fabrizio De André, Francesco De Gregori e Georges Brassens, che hanno contribuito a formare la mia personalità e mi accompagnano tutt’oggi nella mia crescita interiore e artistica”.

Per te è un 2021 all’insegna del successo: sei nel cast di “Qui rido io”. La pellicola è stata presentata al Festival del Cinema di Venezia e tra pochissimo uscirà nelle sale. Come stai vivendo questo momento?

“In verità non riesco ancora a realizzare che questa sia la realtà e non un sogno. Quando ho rivisto le scene del film che ho interpretato, mi è scoppiato però il cuore dalla gioia e dall’emozione”.

Nel film interpreti Titina De Filippo, una delle grandi artiste del teatro italiano del ‘900. Come ti sei trovata?

“Per me Titina è stata una scoperta incredibile. Un’occasione, anche, per conoscere la storia del grande teatro napoletano. Lei era una donna forte e moderna, la cui vita è passata attraverso esperienze dolorose. E pensare che viene ricordata soprattutto per le sue interpretazioni umoristiche. In questo, sta la grandezza del suo personaggio. È stato davvero un onore, oltre che un immenso piacere, interpretarla”.

Come è stato lavorare accanto a due mostri sacri del cinema, come Mario Martone e Toni Servillo?

“Per me è stata una grande opportunità. Un’occasione unica per imparare tutti i segreti di questo mestiere. All’inizio, mi incutevano un po’ di soggezione, avevo quasi paura di lavorare con due personaggi così! E li studiavo con circospezione. Ma è bastato parlarci e conoscerli meglio per stabilire con loro un rapporto bellissimo. Mi hanno dato tanti consigli, supportandomi al meglio in ogni occasione”.

Marzia, qual è il tuo rapporto con la tua città, Napoli? È una fonte di ispirazione anche per il tuo lavoro?

“Napoli la amo, ci vivo con amore e orgoglio. È una fonte di ispirazione quotidiana. Ha tante leggende che può raccontare, una città viva, che pullula di storie, artisti, personaggi. Poi ci sono anche i lati negativi, i problemi, come in ogni città. Ma io Napoli la amo e basta”.

E che rapporto hai con le lettere, la posta e la corrispondenza?

“Ho 17 anni, sono inevitabilmente figlia di internet e dei social. Scrivere, però, mi è sempre piaciuto. Sono una fan delle cartoline e mi piace sempre affidare a carta e penna le mie emozioni. E poi amo leggere i libri: sfogliare le pagine mi affascina, la carta ha un odore tutto particolare”.

A proposito di cartoline: ne ricordi una che ti ha fatto particolarmente piacere ricevere?

“Sì, certo. Quella che mi scrisse mia sorella da Berlino. Un bellissimo ricordo, anche per il contenuto della cartolina. È una testimonianza che tengo ancora gelosamente conservata”.

C’è invece un pacco, spedito o ricevuto, che ricordi con particolare affetto?

“Non ho dubbi. È un pacco che ho ricevuto e che conteneva una bellissima biografia, proprio di Titina De Filippo. Ricevere questo dono inaspettato è stata una gioia immensa per me e mi ha aiutato tanto quando ho dovuto interpretarla al cinema”.

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