“Fai buon viaggio, e mandaci una cartolina”. Al giorno d’oggi nel tempo dei social, è una frase che suona quasi obsoleta perché bastano un click, uno scatto e pochi secondi per condividere con il mondo ogni centimetro del proprio soggiorno. La cartolina è diventata quasi un cimelio, eppure in fondo racchiude l’essenza vera del pensiero verso chi la riceve. Perché il destinatario è unico e perché arriva anch’essa dopo un viaggio. Non c’è da stupirsi quindi, se c’è chi va fiero ancora oggi della propria collezione. Proprio come il signor Pietro Ferrari, 83 anni, la cui storia è raccontata dal quotidiano La Provincia Pavese. Ferrari è infatti uno dei collezionisti di cartoline più importanti d’Italia. E nel suo caso il soggetto delle cartoline è sempre lo stesso, ovvero la sua città: Pavia, appunto. Ritratta in oltre settemila cartoline da lui raccolte e suddivise per temi.
La storia della città in uno scatto
La vicenda è raccontata in coincidenza con l’iniziativa del quotidiano di regalare cartoline storiche di Pavia: “Risalgono a 100 anni fa – spiega il signor Ferrari – e avevano un formato più piccolo rispetto a attuale: 9×13 centimetri che 10×14. Sono standard che, di fatto, sono stati dati dalle Poste”. Ogni cartolina è un pezzo di storia della città lombarda. Ferrari spiega che i collezionisti apprezzano molto non solo le cartoline più antiche, ma anche quelle più originali. Quella più antica della sua collezione risale al 1896 ed è una cartolina postale della Certosa di Pavia: “La più curiosa invece – spiega l’anziano collezionista – è quella di un certo ingegner Ferrari, che non era mio parente, e promuoveva una macchinetta contro i brogli elettorali. Allora si comunicava con le cartoline, ce n’erano aziendali, commerciali, pubblicitarie. C’era anche una cartolina preparata dal direttore della Provincia Pavese che negli anni Venti denunciava la scomparsa della statua a Felice Cavallotti”.
Un piccolo “quadro” curato da grandi artisti
Ferrari sottolinea come negli anni, per la realizzazione delle cartoline, venivano coinvolti alcuni dei migliori artisti italiani e questo di fatto le rendeva dei piccoli quadri, bellissimi pezzi da collezione. Le cartoline erano spesso prodotte direttamente dalle cartolerie. Di questo a Pavia c’è ancora testimonianza: “Il caso più interessante in città- conclude – è quello della cartoleria Moisello, un signore che abitava in via Siro Comi e aveva un negozio in Strada Nuova. Aveva realizzato un impianto molto originale, che realizzava migliaia di cartoline al giorno. Quando l’impianto è stato dismesso lo volevano comprare a Torino per esporlo in un museo”.