La pandemia non ferma la spesa delle famiglie per pc e smartphone

Il virus non ferma la spesa delle famiglie per pc e smartphone che cresce del 450,7% dal 2007. Lo rileva il 17esimo Rapporto Censis sulla comunicazione nel dopo pandemia. “Anche l’andamento della spesa delle famiglie per i consumi mediatici nell’intervallo di tempo tra il 2007 e il 2020 evidenzia come, mentre il valore dei consumi complessivi ha subito una drastica flessione, senza ancora ritornare ai livelli precedenti la grande crisi del 2008 (-13,0% in termini reali è il bilancio alla fine del 2020, con l’aggravamento dovuto alla recessione dell’anno scorso), la spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico ha segnato anno dopo anno un vero e proprio boom, di fatto moltiplicando per oltre cinque volte il suo valore (+450,7% nell’intero periodo, per un ammontare di 7,2 miliardi di euro nell’ultimo anno)”.

Crollano libri e giornali

“Quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori – evidenzia il Censis – ha conosciuto un rialzo rilevantissimo (+89,7%), mentre i servizi di telefonia hanno conosciuto un assestamento verso il basso per effetto di un radicale riequilibrio tariffario (-21,1%, per un valore comunque pari a 14,6 miliardi di euro sborsati dalle famiglie italiane nell’ultimo anno)”. Infine, “la spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo dal 2007 (-45,9%)”.

Il boom della televisione

La pandemia ha anche prodotto una straordinaria accelerazione del paradigma biomediatico. Lo sottolinea il Censis, rilevando che nel “2021 la fruizione della televisione ha conosciuto un incremento rilevante, per effetto sia dell’aumento dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia del boom della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni. Tendono a crescere quindi sia gli usi tradizionali della televisione, sia quelli innovativi”.