L’impegno di Poste Italiane sui diritti universali è uno stimolo a tutto il tessuto produttivo, dalle piccole e medie imprese ai grandi gruppi: dimostra che volendo si può fare molto, ognuno nel proprio ambito. Così ha concluso il suo intervento Massimiliano Monnanni, responsabile Rsi, governo rischi di gruppo di Poste Italiane, durante l’evento dedicato all’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, di cui Poste è tutor nell’ambito del festival organizzato da ASviS, l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile. Si è affrontato il tema dei diritti di cittadinanza come presupposti per affermare una società più equa, giusta e inclusiva, capace di arginare fenomeni di conflitto, violenza, odio e discriminazione. L’obiettivo era diffondere consapevolezza sulla necessità di promuovere l’accesso ai diritti, alle libertà fondamentali, alle informazioni creando un dialogo in cui si incontrano istituzioni, osservatori e centri studi, organizzazioni e soggetti della società civile.
Un processo di partecipazione
“Spesso parlare in Italia di diritti universali sembra quasi fuori luogo, come se non ci riguardasse – afferma Monnanni – Invece è qualcosa che va fatto continuamente, perché la consapevolezza e la cultura dei diritti umani è parte integrante della costruzione del processo di partecipazione, soprattutto delle nuove generazioni”. Sottolineando l’importanza, in chiave produttiva, di una cultura di educazione ai diritti umani da parte delle amministrazioni pubbliche ma anche delle imprese e del Terzo Settore, il responsabile Rsi ha spiegato che “Poste è una azienda fatta essenzialmente di persone, e tutto quello che si fa in chiave di responsabilità sociale di impresa e di sostenibilità ha un valore anche in termini di concorso rispetto a quello che l’impresa può dare a livello di istituzione e del Paese”. Un valore aggiunto sociale, dunque, che ha impatto sulla comunità.
Il sostegno
Poste negli ultimi mesi ha coinvolto il 70 per cento dei suoi dipendenti con una attività di formazione interattiva sui diritti umani: “Un contributo che diamo al Paese, perché i nostri tanti dipendenti diventano persone che possono promuovere e propagare i nostri valori”. Non mancano anche iniziative di rilevanza esterna. Parlando di violenza di genere, “stiamo per lanciare una iniziativa che fa seguito a una politica che portiamo avanti da diversi anni, dopo aver curato l’inserimento lavorativo di donne uscite da centri antiviolenza. L’iniziativa – spiega Monnanni – metterà a disposizione unità abitative di proprietà di Poste che il Gruppo non utilizza e che, invece di metterle a reddito, ha deciso di destinare gratuitamente per offrire luoghi di inclusione e di autonomia abitativa. Il tutto nel quadro dei percorsi di autonomia economica che necessariamente servono per far superare alle donne situazione di violenza in famiglia”.