La ripresa dei ritmi produttivi e dei consumi continua ad associarsi a un generale miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro anche se, da luglio, si sono manifestate contenute riduzioni del numero di occupati e i primi segnali nella manifattura di un possibile mismatch tra domanda e offerta. Così l’Istat nella nota mensile. A settembre, aggiunge l’Istituto di statistica, si è ridotto il divario con l’inflazione dell’area euro. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è cresciuto in termini tendenziali del 3,0%, in accelerazione rispetto al mese precedente.
Migliora l’occupazione
A luglio, si è infatti registrata, rileva l’Istat, una limitata riduzione congiunturale del numero di occupati, scesi dello 0,3% ad agosto (-80mila unità come a luglio, di cui 68mila donne). Nello stesso mese, le persone in cerca di occupazione hanno segnato una marginale riduzione rispetto al mese precedente (-0,2%, -4mila unità) mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 9,3%. Tra giugno e agosto, il livello dell’occupazione è stato più elevato dell’1,1% (+241mila unità) rispetto al trimestre precedente, in presenza di una diminuzione delle persone in cerca di occupazione (-6,5%, pari a -163mila unità) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,0%, pari a -135mila unità). Ad agosto, la flessione degli occupati si è proporzionalmente ripartita tra quelli dipendenti e indipendenti, ma il bilancio dall’inizio dell’anno vede una decisa crescita degli occupati dipendenti (+2,4%, +420mila) sostenuti da quelli a termine (+8,2%, +220mila) e in misura più contenuta da quelli permanenti (+1,4%, +201mila).