Ricerca: l’Università Sapienza investe sull’innovazione green

Grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo per il programma React-EU, l’Università di Roma “La Sapienza” ha messo a bando 117 nuove posizioni di ricercatore a tempo determinato e 320 ulteriori posti di dottorato, supportati da altrettante borse di studio, per lo sviluppo di progetti di ricerca e innovazione nei due settori strategici per la ripresa dopo la pandemia da Covid-19: quello dell’innovazione e delle tecnologie abilitanti e inclusive e quello Green, declinato come conservazione dell’ecosistema, sviluppo sostenibile e inclusivo, difesa della biodiversità, lotta al cambiamento climatico, diffusione dell’economia circolare, riduzione delle emissioni di CO2.

Oltre 40 milioni di finanziamenti 

La misura, che era stata varata dal MUR lo scorso mese di agosto, intende favorire la diffusione di un approccio di maggiore interscambio tra il mondo della ricerca e il mondo produttivo, attraverso l’attivazione di percorsi di dottorato e progetti di ricerca su tematiche transdisciplinari, inerenti la “tween transition” che permea il piano di rilancio post-pandemico Next Generation EU e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La pubblicazione dei bandi è stata resa possibile grazie all’assegnazione dei finanziamenti europei del Ministero dell’Università e della Ricerca che per la L’Università Sapienza arrivano a circa 30 milioni di euro, ma anche grazie all’importante investimento dell’Ateneo che cofinanzia la misura per ulteriori 11,2 milioni di euro.

Opportunità unica 

“Si tratta di un’opportunità unica che si traduce, in numeri, nel reclutamento di un totale di 437 giovani, tra ricercatori e allievi dei percorsi dottorali, per l’80% su tematiche green e per il restante 20% su quelle legate all’innovazione – ha spiega la rettrice Antonella Polimeni – È un segnale importante che conferma l’impegno del primo ateneo romano e del più grande ateneo in Europa, in settori strategici per lo sviluppo e per il rilancio del Paese, nell’ottica di superare il gap mondo della ricerca e mondo imprenditoriale. I bandi prevedono che i giovani ricercatori e gli allievi dei percorsi dottorali dovranno concludere il proprio percorso mettendo alla prova sul campo le competenze acquisite nel triennio di ricerca, all’interno di un’impresa in Italia o all’estero per periodo compreso tra un minimo di 6 e un massimo di 12 mesi”.