A settembre 2021, l’export cresce su base annua del 5,1%. L’aumento, diffuso, è particolarmente elevato per energia (+103,9%). L’import segna una crescita tendenziale molto più sostenuta (+32,9%), con incrementi per tutti i raggruppamenti, i più marcati per energia (+102,4%) e beni di consumo durevoli (+49,8%). Lo rende noto l’Istat.
Il calo congiunturale
A settembre 2021 si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, un calo congiunturale per le esportazioni (-1,1%) e un aumento per le importazioni (+0,6%). La flessione su base mensile dell’export è dovuta al calo delle vendite di beni intermedi (-6,6%) mentre sono in aumento quelle di energia (+24,0%), beni di consumo durevoli (+0,8%) e non durevoli (+0,1%). Per quanto riguarda l’import, l’aumento congiunturale è determinato da energia (+12,5%) e beni di consumo non durevoli (+7,0%); sono in diminuzione gli acquisti di beni intermedi (-6,8%), beni di consumo durevoli (-4,6%) e beni strumentali (-3,5%).
La tenuta del trimestre
Nel terzo trimestre 2021, rispetto al trimestre precedente, l’export aumenta del 2,3%, per effetto soprattutto delle maggiori vendite di beni strumentali (+6,8%) e beni di consumo durevoli (+1,4%). Nello stesso periodo, l’import registra un incremento congiunturale del 7,3%, cui contribuiscono tutti i raggruppamenti principali di industrie e, in particolare, energia (+12,5%) e beni intermedi (+7,4%).
Il commento
“Malgrado le flessioni registrate a settembre e ad agosto, la dinamica congiunturale delle esportazioni verso i paesi extra Ue si mantiene positiva nel trimestre luglio-settembre 2021 – si legge nella nota di commento – La crescita su base annua dell’export (+5,1%) è diffusa – seppure con diversa intensità – a tutti i raggruppamenti principali di industrie e riguarda quasi tutti i principali partner commerciali extra Ue. Al netto delle movimentazioni occasionali di elevato impatto (vendite di mezzi di navigazione marittima) registrate a settembre dello scorso anno, la crescita tendenziale dell’export risulta pari al 9,1%. Il forte incremento su base annua dell’import è spiegato per oltre i due terzi dagli aumenti degli acquisti di energia e di beni intermedi”.