I benefici economici della gestione del riciclo degli imballaggi da parte di CONAI nel 2020 hanno raggiunto il valore di un miliardo e 274 milioni di euro. Lo rende noto il Consorzio Nazionale Imballaggi nel presentare il suo Rapporto di sostenibilità, che come ogni anno quantifica le performance ambientali e sostenibili del sistema.
I dati
Nel dettaglio, la materia recuperata grazie al riciclo vale 381 milioni di euro; l’indotto economico generato dalla filiera è pari a 616 milioni; il valore dell’energia prodotta grazie al recupero energetico, invece, è di 22 milioni. Vi si somma il beneficio indiretto rappresentato dal valore economico della CO2 evitata. Calcolato secondo quanto definito dalla Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo, nel 2020 è risultato ammontare a 225 milioni di euro.
Verso la decarbonizzazione
Il secondo dato importante che emerge dal Rapporto sul riciclo degli imballaggi è quello della quantità di CO2 non immessa nell’atmosfera grazie all’attività del sistema CONAI: nel 2020 ha sfiorato 4 milioni e 400mila tonnellate. Per fare un confronto, sono pari alle emissioni generate da quasi 10mila tratte aeree Roma-New York andata e ritorno. Il 39% delle emissioni evitate è imputabile all’avvio a riciclo di rifiuti di imballaggio in vetro, seguito da quello della carta (28%) e della plastica (19%). Un risultato che permette di guardare alla filiera del riciclo anche come attore del percorso verso la decarbonizzazione.
I consumi di 7 milioni di famiglie
Un risultato significativo è quello dell’energia primaria risparmiata grazie al riciclo: quasi 24 terawattora (l’anno precedente il risparmio era stato vicino ai 23 terawattora). Un nuovo termine di paragone che dia un’idea del quantitativo: equivale al consumo di energia primaria necessario a soddisfare i consumi medi domestici di elettricità di circa 7 milioni di famiglie italiane.