La semplicità dei processi e la digitalizzazione sono cruciali per la ripresa del Paese e Poste è il player ideale per far affrontare al Paese la transizione digitale. Una delegazione di Poste Italiane è stata ascoltata in audizione in commissione Semplificazione, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa. I temi affrontati, dopo un’analisi delle dimensioni del Gruppo e del suo impegno per l’Italia, sono stati diversi: l’e-commerce, il boom di Spid, le transazioni digitali e la sostenibilità.
I numeri
“È un momento cruciale e rilevante per la rinascita delle imprese sul fronte della digitalizzazione delle attività – ha detto Laura Furlan, Responsabile Mercato Imprese e Pubblica Amministrazione – dell’inclusione digitale e della transizione ecologica. I 12mila uffici, rimasti per la gran parte aperti durante il lockdown, ci consentono di diventare un veicolo per parlare con i cittadini e con le imprese che devono affrontare questa trasformazione. Crediamo ci sia un tema di accompagnamento, di educazione al digitale e alla formazione delle nuove imprese”. Lo scorso anno, prosegue, Poste ha gestito “400 milioni circa di transazioni e-commerce, molte di nuove persone fisiche che hanno imparato a comprare online. È stato, invece, raggiunto il milione di pacchi consegnati giornalmente, sempre di più anche da piccole imprese e operatori locali. Oggi gestiamo il 36% di queste transazioni, osserviamo un ampliamento importante di coloro che si trovano per la prima volta a interagire con queste modalità”.
Il boom di Spid
Oltre all’e-commerce sul fronte delle identità digitali, Spid, negli ultimi due anni è esploso il numero di cittadini che si è rivolto a Poste Italiane: “Parliamo di oltre 20 milioni di cittadini che ci hanno chiesto di avere un’identità digitale. Si tratta dell’83% delle identità digitali concesse a livello di sistema. La crescita è dipesa anche dal fatto che le pubbliche amministrazioni centrali, e sempre di più locali, mettono a disposizione servizi che possono essere fruiti con questa identità. Il lavoro a livello di sistema è essenziale perché questa identità diventi diffusa e standard”.
Uno standard in crescita
Lo Spid, sempre di più nell’ultimo anno, è diventato uno standard, e può crescere ancora. Il dato complessivo a livello nazionale, considerando anche gli altri operatori, è di 25 milioni di identità digitali erogate e le amministrazioni sono oltre 8 mila. “Favorire ancora di più l’utilizzo a livello nazionale consente di poter estendere sempre di più il numero di servizi erogabili sui canali digitali” spiega Furlan. “Il lockdown ha fatto progredire la velocità di estensione delle interazioni digitali in modo forzato. Noi abbiamo registrato sui nostri canali interazioni che si sono spostate fortemente sul fronte digitali. La quota di contatti sui canali digitali per noi è aumentata tremendamente tra il 2019 e il 2020, le transazioni si sono spostate parzialmente dagli uffici postali al mondo digitale e abbiamo avuto rilevanti effetti sui ricavi. Registriamo che molti cittadini non hanno più timore a passare su questo canale per fare transazioni, e da qui non si tornerà indietro”.