Tutto appariva calmo nel 1933, ma ci fu una donna che scrisse al papa Pio XI preannunciandogli la tempesta nazista in arrivo. Non era veggente, ma capace di leggere i segni dei tempi. Il suo nome era Edith Stein, brillante filosofa considerata una delle figure femminili più importanti del XX secolo. Amava il popolo ebraico di cui era parte e in quanto tale a 51 anni fu uccisa ad Auschwitz nel 1942. Non la protesse neppure l’essere divenuta cattolica a 31 anni, trovando la quiete interiore e consacrandosi a 42 anni con il nome di Teresa Benedetta della Croce in un monastero carmelitano. Proclamata santa nel 1998 è una delle patrone d’Europa. Figura singolarissima di intellettuale visse con creatività ed energia spirituale la sua vocazione religiosa e la doppia fedeltà al popolo ebraico e al cristianesimo.
La sua lettera più importante
“Lei – si legge in una lettera a un padre gesuita – non sa cosa significhi per me essere figlia del popolo eletto, e appartenere a Cristo non soltanto spiritualmente ma anche nella parentela del sangue”. Obiettivo possibile dal momento che nel giorno della sua professione religiosa Edith Stein, ormai Teresa Benedetta della Croce scriveva: “La mia unica professione sarà d’ora in poi l’amore”. Ma la sua lettera più importante – che ne evidenzia l’intelligenza e la pronta capacità a cogliere i segni di tempi tempestosi – è quella a papa Pio XI nel 1933. Il partito nazista in Germania, ottenuto pieni poteri, stava trasformandosi in regime con i primi provvedimenti di Hitler, restrittivi nei confronti degli ebrei. Edith Stein si rese conto immediato trattarsi di avvisaglie di un’atroce Shoah. “Non passerà molto tempo – era la conclusione della lettera – perché nessun cattolico possa più avere un impiego a meno che non si sottometta senza condizioni al nuovo corso”. Lettera piena di dignità e fiducia confidente. “Padre Santo! Come figlia del popolo ebraico, che per grazia di Dio è da 11 anni figlia della Chiesa cattolica, ardisco esprimere al padre della cristianità ciò che preoccupa milioni di tedeschi. Da settimane siamo spettatori, in Germania, di avvenimenti che comportano un totale disprezzo della giustizia e dell’umanità, per non parlare dell’amore del prossimo. Per anni i capi del nazionalsocialismo hanno predicato l’odio contro gli ebrei. Ora che hanno ottenuto il potere e hanno armato i loro seguaci – tra i quali ci sono dei noti elementi criminali – raccolgono il frutto dell’odio seminato. Le defezioni dal partito che detiene il governo fino a poco tempo fa venivano ammesse, ma è impossibile farsi un’idea sul numero in quanto l’opinione pubblica è imbavagliata. Da ciò che posso giudicare io, in base a miei rapporti personali, non si tratta affatto di casi isolati. Sotto la pressione di voci provenienti dall’estero sono passati a metodi più “miti” e hanno dato l’ordine “che a nessun ebreo venga torto un capello”. Questo boicottaggio – che nega alle persone la possibilità di svolgere attività economiche, la dignità di cittadini e la patria ha indotto molti al suicidio: solo nel mio privato sono venuta a conoscenza di ben 5 casi. Sono convinta che si tratta di un fenomeno generale che provocherà molte altre vittime. Si può ritenere che gli infelici non avessero abbastanza forza morale per sopportare il loro destino. Ma se la responsabilità in gran parte ricade su coloro che li hanno spinti a tale gesto, essa ricade anche su coloro che tacciono. Tutto ciò che è accaduto e ciò che accade quotidianamente viene da un governo che si definisce “cristiano”. Non solo gli ebrei ma anche migliaia di fedeli cattolici della Germania e, ritengo, di tutto il mondo aspettano e sperano che la Chiesa di Cristo faccia udire la sua voce contro tale abuso del nome di Cristo. L’idolatria della razza e del potere dello Stato, con la quale la radio martella quotidianamente la coscienza pubblica, non è un’aperta eresia? … Noi tutti, che guardiamo con occhi aperti all’attuale situazione tedesca come figli fedeli della Chiesa, temiamo il peggio per il prestigio mondiale della Chiesa stessa, se il silenzio si prolunga ulteriormente. Siamo anche convinti che questo silenzio non può alla lunga ottenere la pace dall’attuale governo tedesco. Per il momento, la lotta contro il Cattolicesimo si svolge in sordina e con sistemi meno brutali che contro il Giudaismo, ma non meno sistematicamente”.