Cresce la spesa in tecnologie Fintech nell’industria finanziaria italiana: per 2021-2022 ammonta a 530 milioni di euro; nel biennio precedente è stata pari a 456 milioni di euro. È quanto emerge dalla terza indagine conoscitiva Fintech condotta dalla Banca d’Italia nel primo semestre del 2021. Aumentato il numero degli intermediari investitori (da 77 a 96) e dei progetti (da 267 a 329). A partire dal 2023 e fino alla messa in produzione, i progetti censiti comporteranno ulteriori spese per 281 milioni di euro.
Fattori critici
A rallentare o impedire gli investimenti fattori di ordine economico – insufficiente domanda attesa per i prodotti e i servizi generati dagli investimenti (16%), costo finanziario dell’investimento (12%), reperimento del personale (11%) – e tecnologico: scarsa interoperabilità tra vecchi e nuovi sistemi, complessità nel controllo dei rischi per la sicurezza informatica (30%).
I soggetti investitori
Le banche rappresentano ancora i principali soggetti investitori (76,5% della spesa complessiva). La spesa resta distribuita su un limitato numero di intermediari e il peso dei primi 10 è aumentato di circa 5 punti (84,7%). Tra questi, banche di piccole e medie dimensioni e intermediari creditizi non bancari. Per il biennio 2019-2020 la spesa Fintech del sistema bancario ha rappresentato il 3,1% di quella per l’acquisto di software, hardware e impianti tecnologici e per il funzionamento dei sistemi IT (1,5% nel biennio precedente).