Nel primo semestre del 2021 la spesa per consumi delle famiglie ha registrato un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre il gettito dell’Iva, al netto degli effetti stimati delle sospensioni dei versamenti disposte nel corso del 2020, è risultato in miglioramento di circa il 14%. È quanto emerge dall’analisi condotta da Bankitalia nella nota “L’impatto (inatteso) del Covid-19 sul gettito iva”.
Ripresa della spesa privata
Secondo Bankitalia, “la differenza tra l’andamento dei consumi anche delle famiglie e quello dei versamenti dell’Iva, ancora più ampia di quella osservata nel corso del 2020, sarebbe imputabile, oltre ai fattori descritti, anche ad una ripresa significativa della spesa per investimenti privati il cui effetto era stato trascurabile nel 2020”. Nel medio termine, sottolinea la Nota, “la ricomposizione della spesa, conseguenza diretta delle misure restrittive, potrebbe essere in buona parte transitoria; è invece verosimile che le modifiche nelle modalità di pagamento siano in buona misura persistenti (specie se si considera che il ricorso a pagamenti elettronici era in aumento già prima della crisi)”.
Consumi a livelli pre-crisi
“In tempi di crisi il gettito dell’Iva tende a ridursi di più, o a crescere di meno, rispetto ai consumi. Aumentano infatti i comportamenti volti all’evasione fiscale e i consumatori riducono la quota di spesa destinata ai beni durevoli, caratterizzati da aliquota più elevata. In Italia – sottolinea Bankitalia nell’analisi – nel periodo successivo all’inizio della pandemia, la dinamica dell’Iva è stata invece nettamente più sostenuta di quella dei consumi. Si tratta di un risultato strettamente connesso con le peculiarità della crisi economico-sanitaria legata al Covid19: le misure di contenimento e la paura del contagio hanno determinato un drastico calo della quota di spesa per servizi, caratterizzata da aliquote più basse e da una maggiore propensione all’evasione; il consumo di beni durevoli, contrariamente alle precedenti recessioni, è tornato ai livelli pre-crisi dopo un solo trimestre; sono inoltre aumentate, in parte attraverso canali digitali, le transazioni elettroniche. Quest’ultimo cambiamento, che ha influito positivamente sulla compliance, potrebbe fornire un contributo permanente ai conti pubblici”.