Per l’80% degli italiani la digitalizzazione nella PA ha apportato benefici. Per il 34% i vantaggi introdotti sono stati molti, per il 46% abbastanza e per il 14% pochi. Solo il 2% afferma che non ci sia stato nessun beneficio, mentre il 4% non ha un’opinione al riguardo. Sono i risultati della seconda edizione dell’Osservatorio PA “La Pubblica amministrazione di fronte alle sfide dell’innovazione”, realizzato da Fpa, in collaborazione con l’Istituto Piepoli attraverso un’indagine demoscopica condotta su un campione di 1.023 persone, rappresentativo della popolazione italiana.
Gli strumenti utili
Si diffonde l’utilizzo dei servizi digitali della PA tramite strumenti come Spid, Cie o app Io: 3 italiani su 4 (l’86%) li hanno utilizzati almeno una volta nell’ultimo anno, il 34% da 2 a 5 volte, il 24% una volta sola, il 9% da 6 a 15 volte, il 6% oltre 15 volte, il 27% mai. I servizi digitali più utilizzati sono stati quelli dedicati al green pass (59%), altri servizi di Inps e Agenzia delle entrate (49%) e il cashback (38%). I segmenti ‘più digitali’ della popolazione sono gli uomini, la fascia 18-54 anni e la popolazione del Nord Est. Nonostante una maggiore digitalizzazione, quasi metà degli italiani (47%) ritiene che rispetto ad un anno fa la PA sia cambiata poco: i servizi pubblici hanno lo stesso livello di efficienza sia online che in presenza. Il 32%, invece, la considera più digitale e innovativa.
Superare la diffidenza
Sono ancora molti gli italiani che guardano alla digitalizzazione dei servizi con diffidenza: il 36% teme di non poter ricevere supporto tempestivo in caso di imprevisti durante la fruizione online, soprattutto gli over 54 (42%) e gli abitanti del Nord Est (43%). Il 29% teme di essere vittima di frodi. E una buona parte degli intervistati dichiara che avrebbe bisogno di un corso di formazione per accedere ai servizi digitali della PA in modo più sicuro (41%). Il digitale viene comunque percepito come una priorità: 8 italiani su 10 considerano fondamentali gli investimenti nelle infrastrutture di rete per innovare il Paese, l’86% afferma che il governo dovrebbe investire nella formazione digitale dei dipendenti pubblici.
Qualità della vita
La qualità della vita delle città non sembra essere ancora promossa. Solo per il 18% degli italiani, il luogo in cui vive dopo l’emergenza è migliorato, diventando più vivibile e sostenibile. Per il 44% la propria città è tornata quella di prima, per il 31% è cambiata in peggio, più caotica e in crisi economica.