L’attesa risalita dei consumi rischia di subire una frenata, a causa del balzo dei prezzi dell’energia, che riduce il potere d’acquisto. A sostenere i consumi è però il risparmio accumulato dalle famiglie durante la crisi. È quanto emerge da “Congiuntura flash” del Centro studi di Confindustria. L’emergenza pandemica ha infatti portato a un crollo dei consumi, che “si è riflessa in una maggiore accumulazione di risparmio”. La propensione al risparmio “ha toccato il 20 per cento nel secondo trimestre 2020 e poi ha subito una parziale flessione, arrivando al 12,9 per cento nel secondo trimestre 2021, ancora alta” (se si considera che la media 2010-2019 è stata dell’8,2 per cento).
Risorse liquide
“Nell’intero 2020 – calcola il Centro studi – il risparmio ha raggiunto valori massimi, toccando i 170 miliardi, rispetto alla media 2010-2019 di 90 miliardi”. “L’espansione del risparmio è in gran parte affluita verso attività finanziarie liquide delle famiglie italiane. Le risorse affluite tramite aumento dei prestiti bancari, invece, sono state modeste (+1,8 per cento nel 2020). L’ammontare di depositi delle famiglie è quindi cresciuto di 66 miliardi nel 2020, da 1.043 a fine 2019 a 1.109 miliardi, ben oltre il suo pur significativo trend crescente (a prezzi correnti)” e “tale dinamica è proseguita nel 2021, con un aumento più contenuto, pari a +40 miliardi fino a ottobre”.
L’atteggiamento resta prudente
“Il maggior risparmio accumulato dalle famiglie italiane nei depositi bancari è un cuscinetto di risorse prontamente disponibile per la spesa nel prossimo futuro”. Tale “extra-risparmio liquido” (stimato prudenzialmente dal CsC in 26 miliardi nel 2020 e positivo anche nei primi 3 trimestri del 2021, sebbene molto ridotto) verrà in parte utilizzato per alimentare a fine 2021 e nel 2022 la risalita dei consumi, che sono ancora sotto il pre-crisi (-10 miliardi nel terzo trimestre 2021 dal quarto 2019 e -40 annualizzati)”. Ma come verrà speso l’extra risparmio? “Nonostante l’allentamento delle misure restrittive grazie alla campagna vaccinale, le famiglie continuano a mantenere un atteggiamento prudente”.
Acquisti “persi”
Inoltre, l’intensità della ripresa dei consumi, dopo recessioni concentrate nel settore dei servizi, può essere più debole, perché si è trattato in buona misura di acquisti “persi” (ad esempio il biglietto del cinema) e non di acquisti “rimandati” (ad esempio la lavatrice). Infine, “la pandemia potrebbe avere effetti di lungo termine, come il cambiamento di abitudini di vita e di lavoro, che potrebbero determinare un incremento strutturale della propensione al risparmio (minori spese fuori casa)”. Tutto ciò fa prevedere per il Centro studi “un rilascio graduale dell’extra-risparmio liquido finora accumulato”. Così, “anche a causa del caro-energia, ben dentro il 2022 i consumi dovrebbero restare ancora sotto il livello pre-crisi”.