“Il mercato sta premiando la capacità di fare di Poste Italiane”, afferma l’economista Paolo Collini, ex Rettore dell’Università di Trento, commentando l’anno record del titolo in Borsa, salito fino al picco di 12,68 euro lo scorso 26 ottobre. Preoccupato per la crescita dei contagi delle ultime settimane, ma fiducioso nel rilancio economico incentivato dalle risorse del PNRR, il docente di Economia Aziendale elogia il ruolo di Poste nei piccoli comuni e la sua capacità di mettere a disposizione del Paese la sua infrastruttura per far viaggiare beni, tra cui i vaccini, e dati.
Professore, come sta cambiando lo scenario economico del Paese?
“Abbiamo un’incognita legata al riaffacciarsi della diffusione della malattia. Ma nel medio periodo da questa epidemia riusciremo a uscire. Credo che i segnali siano positivi con molti settori che stanno recuperando rispetto al periodo pre-pandemia. Lo stop che il Covid ha imposto può aver avuto paradossalmente qualche effetto benefico nel costringere a fare i conti con attività economiche che non erano competitive o che avevano necessità di un cambiamento. È risaputo che le crisi rappresentano un’opportunità di ripresa, tanto più che la spesa pubblica per i prossimi anni rappresenterà da sola un 2% aggiuntivo di Pil. Questo può farci guardare con ottimismo al prossimo futuro: il PNRR darà un’accelerazione soprattutto alle infrastrutture e speriamo anche a qualche riforma relativa alle tasse e alla pubblica amministrazione”.
Nell’ambito del fondo complementare al PNRR, Poste Italiane partecipa con progetti volti a sostenere le comunità locali e le aree più remote del Paese, per rafforzare la coesione sociale e superare il divario digitale. Quanto è importante la partecipazione di un soggetto come Poste al piano di ripresa?
“Se c’è un aspetto su cui l’epidemia ci ha fatto riflettere sono le grandi concentrazioni. Abbiamo scoperto stili di vita più decentrati. Qui in Trentino, come in Alto Adige e Valle d’Aosta, abbiamo i tassi di spopolamento più bassi d’Italia. Ritengo l’intervento di Poste molto importante. È un’opportunità a cui guardiamo con molto interesse perché queste aree hanno bisogno principalmente di connessioni: da una parte i trasporti pubblici, capaci di sostituire mezzi privati, dall’altra la distribuzione di beni e di dati, un aspetto su cui nessuno meglio di Poste può dare il suo contributo”.
Proprio come ha fatto durante i lockdown dei mesi scorsi?
“Durante la fase più acuta dell’epidemia abbiamo usufruito molto più della connessione e dei servizi di consegna. Per le piccole comunità sono funzioni fondamentali su cui è stata fatta una scommessa importante. Poste ha un’infrastruttura che le comporta un grande vantaggio. Ha una capacità straordinaria di collegarsi ad altri soggetti e, soprattutto, Poste è “per tutti”. Questo la mette nelle condizioni di essere utile al Sistema Paese”.
Durante il 2021 il titolo di Poste è cresciuto del 44%. In un momento drammatico per l’economia gli investitori hanno continuato a credere nel brand Poste. Qual è la sua forza?
“Negli ultimi 20 anni Poste ha totalmente cambiato volto. Sono state fatte grandi cose e credo che oggi, in particolare, il mercato sta premiando la capacità di fare dell’Azienda. La straordinaria rete di presenza territoriale e le sue funzioni di operatore pubblico nella distribuzione sono elementi fondamentali per la fiducia degli investitori”.
Cosa pensa del supporto tecnologico alla campagna vaccinale?
“Mettere un’infrastruttura tecnologica efficiente a disposizione delle Regioni è stato un bel segnale. Le infrastrutture di connessione hanno un grande valore quando vengono messe disposizione di una necessità comune. Ho ammirato la velocità e la grande capacità operativa”.
Torniamo ai piccoli comuni, dove Poste si candida ad avere anche un ruolo di “educatore”, accompagnando la transizione digitale con la presenza fisica. È una strategia che funziona?
“Quando ti rapporti con Poste percepisci una dimensione etico-morale buona. Non ti aspetti cose negative. Credo che mantenere questa presenza, come una sorta di centro multiservizi, nelle piccole comunità aiutando i cittadini sia uno sforzo da portare avanti, con l’idea di un gigante buono che ti è vicino, che conosci da sempre e che è pronto a sostenerti”.