“Bud. Un gigante per papà” (Giunti, 2020) è un ritratto che solo sua figlia, Cristiana Pedersoli, avrebbe potuto realizzare. Lei, che nella vita fa l’artista, è diventata scrittrice per caso, mettendo in ordine i ricordi che aveva appuntato per un suo bisogno personale e che un editore tedesco, ancor prima che il libro uscisse in Italia, aveva apprezzato e trasformato in un volume. Intorno a questa biografia intima di Bud Spencer c’è molto entusiasmo. Cristiana viaggia per l’Italia presentando il suo libro e spesso si trova di fronte tre, a volte anche quattro, generazioni unite dalla passione per i film di Bud Spencer e Terence Hill e che hanno il desiderio di scoprire cose nuove sull’immortale Carlo Pedersoli. Poi, capita anche a Cristiana stessa di conoscere qualcosa in più di suo padre, come quando, a Santa Marinella, salirono sul palco due infermieri che avevano curato Bud Spencer all’Ospedale Gemelli di Roma e ne avevano custodito il profumo rimasto nell’armadietto e una fotografia scattata insieme, nei suoi ultimi giorni di vita.
Come si colloca il francobollo per Bud Spencer di Poste Italiane in questa necessità di ricordare?
“È stato un bellissimo omaggio, che ha seguito quello delle Poste tedesche. I francobolli di papà vanno a ruba e ci arrivano da tutto il mondo richieste su come rintracciarli. La vignetta è tratta da ‘Piedone lo sbirro’, che possiamo definire ormai un classico”.
Qual è oggi, in tempi di pandemia, l’attualità dei film del fortunato binomio Bud Spencer-Terence Hill?
“Mio padre ha segnato la magia del sorriso dalla fine del dopoguerra fino a giorni nostri. Lui fa parte di un mondo meraviglioso che mi auguro non stia scomparendo. La sua filosofia di vita, il suo sorriso, l’amore la generosità e l’aiuto degli altri sono tutti tratti che gli appartenevano e che in questo mondo acquistano ancora più valore”.
Cosa le piacerebbe che emergesse oggi della personalità di suo padre che forse ancora non è emerso?
“Mio padre era un uomo molto libero, che aveva capito il senso della vita così come arrivava, nel bene nel male. Ci ha insegnato che bisognava saper reagire sempre a qualsiasi cosa potesse accadere. L’importante è come si reagisce alle cose allontanando il male da sé e proiettandosi sempre al futuro con amore e verso il bene”.
Il nome di Carlo Pedersoli è legato a Poste Italiane anche per la fondazione di Mistral Air, che nel 2005 è stata acquisita da Poste Italiane e oggi, come Poste Air Cargo, fa volare i pacchi dell’e-commerce in tutta Italia. Cosa ne penserebbe suo padre?
“Lui non era un imprenditore, era un artista. Aveva avuto una grande intuizione, un’idea geniale delle sue: direi che è stata una nota vincente”.