Nell’area dell’Euro “la crescita dovrebbe registrare un forte rimbalzo nel corso del 2022”, le proiezioni macroeconomiche di dicembre prevedono “una crescita annua del Pil reale al 5,1% nel 2021, al 4,2% nel 2022, al 2,9% nel 2023 e all’1,6% nel 2024. Rispetto alle proiezioni degli esperti di settembre, l’outlook è stato rivisto al ribasso per il 2022 e al rialzo per il 2023”. È quanto si legge nel bollettino economico della Banca centrale europea.
Aumento dei prezzi
“L’economia dell’area dell’euro continua a riprendersi. La crescita è moderata, ma l’attività dovrebbe riprendere con forza nel corso di quest’anno” sottolineano gli analisti dell’Eurotower, che spiegano: “Si prevede che la continua ripresa economica sarà trainata da una robusta domanda interna. Il mercato del lavoro sta migliorando, con un numero maggiore di persone che hanno un lavoro e un minor numero di programmi di mantenimento del posto di lavoro. Ciò supporta la prospettiva di un aumento del reddito e dei consumi delle famiglie. I risparmi accumulati durante la pandemia sosterranno anche i consumi. L’attività economica è diventata più moderata nell’ultimo trimestre dello scorso anno e questa crescita più lenta dovrebbe estendersi nella prima parte di quest’anno. Ora ci aspettiamo che la produzione superi il livello pre-pandemia nel primo trimestre del 2022″. La Bce nel bollettino economico mette in luce inoltre come la crescita dei prezzi “rimarrà al di sopra del 2% per la maggior parte del 2022. L’inflazione dovrebbe rimanere elevata nel breve termine, ma diminuire nel corso di quest’anno. La ripresa dell’inflazione riflette principalmente un forte aumento dei prezzi di carburante, gas ed elettricità. A novembre, l’inflazione energetica ha rappresentato più della metà dell’inflazione complessiva. La domanda continua, inoltre, a superare l’offerta limitata in alcuni settori. Le conseguenze sono particolarmente visibili nei prezzi dei beni durevoli e di quei servizi al consumo che hanno recentemente riaperto”.
Gli effetti sul “carrello della spesa”
In merito all’inflazione, la nota mensile sull’economia italiana dell’Istat sottolinea che “la fase di accelerazione della dinamica dei prezzi al consumo è proseguita, con un’intensità significativa. In base alla stima preliminare, a dicembre la variazione tendenziale dell’indice per l’intera collettività (NIC) è stata pari a +3,9%, portando la media del quarto trimestre a +3,5% (+2,1% nel terzo trimestre)”. “Gli aumenti delle diverse componenti dell’inflazione hanno avuto effetto sul costo del cosiddetto ‘carrello della spesa’ delle famiglie, che sintetizza l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari per la cura della casa e della persona, in crescita da agosto e con un incremento rilevante a dicembre (+2,4% da 1,2% a novembre)” spiega sempre l’Istituto, aggiungendo che “nella media del 2021, i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,9% rispetto al 2020, essenzialmente per effetto degli aumenti nel comparto energetico. Al netto di questi ultimi, nel 2021 l’aumento dei prezzi al consumo è lo stesso registrata nell’anno precedente (+0,7%). Il differenziale inflazionistico tra l’Italia e la media dell’area euro si è confermato negativo di 8 decimi di punto, per effetto del perdurare delle differenze nell’andamento dei prezzi dei beni industriali non energetici. Nella media 2021, l’inflazione italiana è risultata inferiore a quella della zona euro, accentuando il vantaggio di competitività del nostro paese”. “Le aspettative di consumatori e imprese sugli sviluppi dell’inflazione – sottolinea infine l’Istat – risentono dell’attuale fase di incertezza”.