“È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino candidato agli Oscar come miglior film internazionale. Il film è entrato nella cinquina delle nomination annunciate ieri, la cerimonia degli Oscar sarà domenica 27 marzo a Los Angeles. Sorrentino ha già vinto un Oscar nel 2014 con “La grande bellezza”.
La felicità di Sorrentino
“Sono felicissimo di questa nomination. Per me è già una grande vittoria. E un motivo di commozione, perché è un riconoscimento prestigioso ai temi del film, che sono le cose in cui credo: l’ironia, la libertà, la tolleranza, il dolore, la spensieratezza, la volontà, il futuro, Napoli e mia madre”, il commento di Paolo Sorrentino. “Per arrivare fin qui, c’è stato bisogno di un enorme lavoro di squadra. Dunque, devo ringraziare tra gli altri i miei attori straordinari e poi i miei figli e mia moglie, che mi amano nel più bello dei modi: senza mai prendermi sul serio”, conclude il regista.
Il ricordo della madre
Nei mesi scorsi aveva commosso l’Italia una lettera scritta da Paolo Sorrentino per confidare alla madre con il linguaggio cinematografico tanti sentimenti e segreti della sua età giovanile mai condivisi con lei quando era in vita. “Lettera a mia madre che non ho mai potuto scrivere” intreccia un Amarcord dell’affermato regista e diventa una esortazione a vivere, da subito, il rapporto con le madri in piena confidenza poiché esse ci saranno strappate dalla morte percepita come una scomparsa irreparabile. Con una voluta ingenuità suggerita dalla finzione artistica egli scrive immaginandosi che nell’aldilà sua madre possa andare al cinema e vedere il suo ultimo film “È stata la mano di Dio”.
I complimenti di De Niro
Il film, pochi giorni fa, era stato apertamente elogiato – sempre tramite una lettera – da Robert De Niro, che aveva definito apertamente ringraziato Sorrentino spiegando che la sua Napoli “per molti versi mi ricorda la New York italo-americana che amo. Nonostante la tragedia sia il centro del film, ‘È stata la mano di Dio’ strabocca di divertimento”. Per De Niro alcune scene sono totalmente esilaranti, nonostante il tema centrale del film sia “Fabietto che viene strappato dalla sua precaria giovinezza e trascinato in una prematura, e sgradita, età adulta”. Per l’attore “scene come il pranzo all’aperto della famiglia allargata e la successiva gita in barca sono estremamente affascinanti e divertenti”. C’è poi Armà “il contrabbandiere di sigarette/teppista da quattro soldi/tifoso violento/amico stretto e infine carcerato; stravagante, sì, ma completamente credibile per me, viste le mie esperienze a New York da bambino”. A conclusione della sua lettera, l’attore ha affidato i suoi ringraziamenti e i suoi saluti per Sorrentino alla lingua italiana: “Va bene. Mille grazie, Paolo!”.